“L’associazione di cui oggi festeggiamo i quarant’anni di vita non si chiama solo CNA, ma CNA-SVH, con l’acronimo anche in tedesco. In questa provincia autonoma di confine, infatti, abbiamo aggregato artigiani e imprenditori di madrelingua italiana e tedesca. Una piattaforma di collaborazione che ha attraversato momenti non facili, proponendo pacifica convivenza e abbattimento degli steccati etnici in nome delle imprese. Una tradizione che nel resto d’Italia dura da settant’anni, quando è nata la CNA, tra macerie materiali e morali eredità della guerra. E in seguito, per tutta la storia repubblicana, quando c’era da esserci, anche nei momenti più bui, le artigiane e gli artigiani ci sono stati e sempre a testa alta, con orgoglio”. Lo ha detto il Presidente della CNA, Daniele Vaccarino, in occasione del ricevimento organizzato per celebrare i 40 anni dell’Unione degli Artigiani e delle Piccole Imprese dell’Alto Adige.

 “La CNA-SHV del futuro ha una missione: far capire all’opinione pubblica e ai politici che il cuore dell’Alto Adige e dell’Italia che produce è costituito dalle piccole e micro imprese”. Così Claudio Corrarati, presidente di CNA-SHV, ha aperto l’iniziativa, nel foyer del Teatro Comunale di Bolzano, di fronte a oltre 250 ospiti che hanno partecipato all’evento “CNA-SHV 1976 – 2016. 40 anni insieme alle imprese dell’Alto Adige”.

In gran parte soci e collaboratori dell’associazione, ma anche autorità come il Presidente della Provincia, Arno Kompatscher, il Vicepresidente della Provincia, Christian Tommasini, il Commissario del Governo, Elisabetta Margiacchi, insieme ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine, delle Associazioni di categoria, del mondo bancario, degli Organi di informazione.

“Steen Jakobsen, capo economista di Saxo Bank – ha detto Corrarati – già a marzo 2016, in un articolo, aveva teorizzato che l’élite politica deve riconoscere che gli elettori si stanno allontanando dal “contratto sociale” e dai suoi giudizi politici elitari. Lo chiama “Triangolo delle Bermuda dell’economia”. Attualmente, le manovre di politica monetaria sono progettate a favore di quel 20% dell’economia che ha già l’accesso al mercato del credito: banche e società quotate. Tutto ciò a discapito del restante 80%, le piccole e medie imprese, che ottengono meno del 5% del credito e lo 0% del capitale politico, mentre il 20%, ovvero le grandi società quotate in Borsa, ottengono il 95% del credito e il 100% del capitale politico”.

“Noi ‘piccoli’, così ci definiscono i media – ha proseguito il presidente di CNA-SHV – diciamo che le grandi aziende devono smettere di massimizzare i flussi di cassa con bilanci trimestrali e cominciare a massimizzare i profitti nel tempo investendo in capitale umano. Come facciamo noi piccoli: formazione, miglioramento dei prodotti, velocità di internet, big data. La crisi del contratto sociale va vista in prospettiva storica. La successiva evoluzione sarà un necessario cambio di paradigma, allontanandosi da un contratto sociale basato sulla paura e su misure di emergenza. Qual è il problema? Che quel 20% (che ottiene il 95% del credito bancario e il 100% di quello politico) crea meno del 10% dei nuovi posti di lavoro e della nuova produttività; l’80% invece (che ottiene il 5% del credito e 0% dell’attenzione politica) crea il 90% dei nuovi posti di lavoro e genera il 100% della nuova produttività”.

Eccellenza, giovani e passione: sono i tre temi sui quali CNA-SHV punta per i prossimi 40 anni. Corrarati ha aggiunto: “La politica, anche quella provinciale, dedica troppa attenzione alle start-up e poca alle PMI familiari esistenti, in tal modo contribuisce in maniera poco incisiva allo sviluppo del tessuto economico nazionale e locale. Ci sono 5.500 aziende altoatesine senza un successore e tanti giovani che potrebbero rilevarle ma non sanno nemmeno che esistono. Domanda e offerta non s’incontrano. Noi vogliamo che si incontrino, cominciando a formare i nostri giovani sin dalla scuola elementare, illustrando loro le prospettive di attività artigianali tradizionali e digitali”. Il monito alla politica: “L’eccellenza va oltre l’innovazione e la digitalizzazione. Prima di tutto è frutto della passione. Poi delle condizioni quadro: necessitiamo di una semplificazione delle procedure. Vediamo, invece, che la Pubblica amministrazione intende digitalizzare l’elevato numero di carte esistenti. Così tante, queste carte, che abbiamo dovuto stipulare una convenzione con un’azienda specializzata affinché i nostri associati possano liberare spazi occupati dalle pratiche per ospitare macchinari e personale che ne aumenterebbero la produttività e la competitività. Meno carte significa meno costi, più soldi e più tempo da dedicare al consolidamento aziendale e agli investimenti”.

Pino Salvadori, fondatore della CNA-SHV e ancora oggi direttore e segretario generale, ha ripercorso le tappe, dal 31 gennaio 1976, giorno dell’assemblea costituente dell’Associazione con 150 artigiani riuniti all’Hotel Alpi di Bolzano, ad oggi. Ed ha concluso così il suo intervento: “Lavoro e verso contributi all’Inps da 54 anni. È giunto, quindi, il momento di dedicarmi a CNA Pensionati e al mio nuovo hobby, l’agricoltura, dopo quello della vela. Per me è giunta l’ora di mettere radici in un terreno più tranquillo”.

“La CNA, prima in embrione e poi sempre più solida, c’era e c’è, cementata dai valori fondamentali: la famiglia, il lavoro, l’impresa, la libertà, la democrazia – ha concluso Vaccarino -. E sono questi valori, oltre alle nostre attività e al nostro modo di fare rappresentanza, adeguati ai tempi nuovi e alle nuove esigenze, a rappresentare la forza degli artigiani e dei piccoli imprenditori, la forza della CNA, a Bolzano come in tutta Italia”.