Oggi si è svolto il secondo incontro della Commissione europea sullo spreco alimentare. A partecipare, i rappresentanti dei 28 paesi membri dell UE, le organizzazioni delle pmi e degli agricoltori. Per CNA e in rappresentanza di UEAPME ha partecipato il responsabile nazionale di CNA Agroalimentare Gabriele Rotini, mentre per l’Italia è presente il ministero per le prolitiche agricole, alimentari e forestali e il ministero della Salute, per tutti gli aspetti legati alla sicurezza alimentare.

Tagliare lo spreco alimentare del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030. Facilitare le donazioni di cibo e rendere più chiare le etichette “da consumarsi preferibilmente entro” e “da consumarsi entro”: sono queste alcuni degli obiettivi emersi nel corso dell’incontro a Bruxelles. Nei paesi sviluppati il cibo viene sprecato soprattutto alla fine della catena alimentare: alla distribuzione e al consumo. La Commissione Europea richiede una risposta coordinata delle politiche in materia di etichettatura, responsabilità e istruzione, poiché la maggior parte dei consumatori non capisce il significato preciso dell’etichettatura “da consumarsi preferibilmente entro” e “da consumarsi entro”. Inoltre, dovremmo affrontare le carenze della legislazione comunitaria esistente nei casi in cui si ostacolano le donazioni alimentari. 

I rifiuti alimentari nell’Ue sono stimati a 88 milioni di tonnellate, pari a 173 kg pro-capite annui. La produzione e lo smaltimento di questi rifiuti portano all’emissione di 170 milioni di tonnellate di CO2 e al consumo di 26 milioni di tonnellate di risorse.

TAGLIO AGLI SPRECHI. La Commissione Europea sullo spreco alimentare invita gli Stati membri a prepararsi a ridurre i rifiuti alimentari del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2014. Un obiettivo che il Parlamento Ue ha introdotto nella legislazione sullo spreco alimentare votata a marzo. Le autorità nazionali dovrebbero informare i consumatori sul significato esatto delle date poste sulle etichette “da consumarsi preferibilmente entro” e “da consumarsi entro”, includendo informazioni sulla possibile fruizione dei prodotti alimentari anche dopo la scadenza della data “preferibilmente entro”. La Commissione dovrebbe inoltre valutare la rimozione delle date di scadenza per i prodotti che non presentano alcun rischio per la salute e per l’ambiente.

FACILITARE LE DONAZIONI DI CIBO. La Commissione Ue dovrebbe inoltre proporre una modifica della direttiva sull’Iva per autorizzare esplicitamente l’esenzione fiscale per le donazioni di cibo. Il Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead) dovrebbe essere utilizzato per finanziare la raccolta, lo stoccaggio, il trasporto e la distribuzione degli alimenti donati anche attraverso riduzioni di aliquote IVA e con sgravi fiscali, come è stato previsto dalla recente legislazione italiana.

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