Inizierà dalla Camera, forse entro la settimana, l’esame del decreto legge sui voucher e appalti, approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri.
Sul punto specifico della responsabilità solidale negli appalti, il nuovo testo della norma cancella il «beneficio della preventiva escussione» del datore di lavoro, cioè l’obbligo per il lavoratore al quale non sono stati corrisposti i trattamenti retributivi, i contribuiti previdenziali, e premi assicurativi (stipendio, contribuiti INPS e premi INAIL) di richiederli prima all’impresa inadempiente e poi, se necessario, rivalersi sull’impresa appaltante.
Il termine per sciogliere il vincolo di solidarietà rimane fissato a due anni dalla fine dell’appalto. Questo significa che la chiamata a rispondere in solido può arrivare anche molto tempo dopo la chiusura del cantiere, quando ormai le garanzie richieste dai titolari dell’appalto nei confronti dei subappaltatori sono generalmente estinte.
Cancellata anche la possibilità, peraltro mai esplorata finora, di affidare ai contratti collettivi il compito di trovare soluzioni alternative a quelle stabilite per legge.
Per l’UNIONE COSTRUZIONI CNA, Non sono buone notizie in quanto il problema sta nel fatto che il committente è chiamato a una responsabilità solidale diretta e illimitata, senza che la legge abbia disposto la possibilità di svolgere controlli efficaci per verificare la correttezza della “filiera” (lavoratori – fornitori- subappaltatori – appaltatori – committenti), controlli che allo stato sono riservati solo agli organi ispettivi.
Nonostante tutti i controlli, però, il committente risponde in solido sempre e comunque con l’appaltatore o il subappaltatore. Il committente, infatti, rimane responsabile anche qualora, nel periodo di vigenza di un DURC positivo dell’appaltatore, si accerti successivamente, in sede ispettiva, una qualunque irregolarità previdenziale o assicurativa del datore di lavoro.
«L’impegno di UNIONE COSTRUZIONI CNA, oggi, – dichiara il responsabile provinciale dell’associazione, Marco Scrinzi, è finalizzato a rimettere in equilibrio gli interessi legittimi dei lavoratori con gli altrettanto legittimi interessi delle imprese e continuerà in maniera incalzante – cercando le opportune e necessarie alleanze – nel periodo dedicato alla conversione in legge del Decreto. Deve essere chiaro a tutti, infatti, che la norma che ieri obbligava i lavoratori ad agire nei confronti del proprio datore di lavoro, prima di rivolgersi alle altre imprese della filiera dell’appalto, non eliminava né diminuiva la portata e gli effetti della responsabilità solidale nei confronti del lavoratore, ma rappresentava invece sicuramente una tutela importante per tutte quelle imprese che operano con serietà e nel pieno rispetto delle regole.».