Si scaldano i motori per l’edizione di settembre del MICAM (fiera di Milano Rho, 1-4 settembre 2015). Tra le aziende del distretto produttivo che partecipano al MICAM, ci sono anche le imprese associate alla CNA aderenti alla collettiva organizzata da Fermo Promuove, l’azienda speciale della Camera di Commercio: i calzaturifici Penelope (Montegranaro) e Gioiello (Porto San Giorgio).  Come consuetudine, i nostri artigiani saranno presenti con i loro prodotti anche nell’area hospitality del Distretto Calzaturiero delle Marche: “Poculum” (papillon in vetro, Porto Sant’Elpidio), “Ohibò Jewels” (applicazioni strass su pelle, Porto Sant’Elpidio), oltre alle degustazioni della birra Kùkà (Civitanova Marche).

L’artigiano calzaturiero che partecipa alla fiera milanese lo fa muovendosi in una situazione molto difficile per il settore, caratterizzata da un forte stallo, soprattutto nel panorama internazionale.

Come sostenuto dal Presidente Provinciale CNA Paolo Silenzi, oggi l’artigiano deve guardare alla fiera in maniera diversa, consapevole che il compratore arriva all’appuntamento del Micam con budget ridotti, mirati e le idee ben chiare:

“E’ evidente che la fiera non è più il momento clou dell’anno, in cui si incontrano i buyer, si prendono ordinativi e si organizza il lavoro dei mesi a venire. Ferma restando l’altissima qualità del prodotto che il distretto realizza e propone – dice Silenzi – l’artigiano deve sapere che il buyer arriva al Micam con scelte già fatte e ponderate, che ha già cercato quello di cui ha bisogno e che risponde alle sue esigenze. Scelte che intende concretizzare in fiera, ma che arrivano da lontano”.

Da dove? Per Silenzi il percorso è, oggi più che mai, obbligato. E passa necessariamente dalla rete: “Estremizzando, si direbbe che se non sei sul web, non esisti nemmeno in fiera. Affiancare tradizione e qualità della calzatura artigiana e universo digitale non è più un accostamento che stride, tutt’altro.

Il buyer non ha tempo né risorse per permettersi di girare tutta la fiera e scegliere: piuttosto, cerca in rete il prodotto giusto, visita le vetrine on line e organizza logisticamente il suo percorso. L’approccio al prodotto e all’acquisto è totalmente cambiato, la fiera come l’abbiamo sempre vissuta rispecchia un sistema che non funziona più. Un messaggio che gli artigiani stanno iniziando a recepire, chiedendo sempre più il sostegno dell’associazione anche in tal senso. Digitalizzare e garantire al proprio prodotto l’adeguata presenza in rete, azioni che  tra l’altro comportano costi ridottissimi, è quanto mai cruciale”.

Gianluca Mecozzi, Presidente Provinciale CNA Federmoda, dà uno sguardo ai mercati:

“Realisticamente si va a Milano sapendo che la fiera non ha più il ruolo centrale di una volta. Tuttavia l’impegno a livello di campionari, ricerca e innovazione è sempre alto ed è la caratteristica che distingue il nostro prodotto.

Quello della crisi russa appare un discorso ormai quasi irreversibile:  non c’è l’embargo per abbigliamento e calzature, ma la situazione crea comunque diffidenza e confusione; il mercato cinese non ha risposto come ci si augurava e, più che acquistare Made in Italy, è impegnato ad acquistare direttamente i brand; gli Stati Uniti – prosegue Mecozzi – al di là di qualche eccezione e nonostante la moneta favorevole, non sono intenzionati a comprare il nostro made in. La situazione italiana si commenta da sola: il mercato interno è ancora bloccato, nonostante i risicatissimi numeri di una crescita ancora sbandierata dagli esperti.

Ad oggi si parla moltissimo di altri paesi che si auspica possano prendere il posto di quello che è stato per la nostra economia il mercato russo, quali Libano e Arabia, guardando in particolare a Dubai. Più concretamente è possibile che i nostri prodotti saranno riconfermati da buyer più consolidati come Francia, Germania e Olanda”.