Una vera e propria stangata per imprese e famiglie. I rincari delle bollette di energia elettrica e gas, sono da capogiro. Gli incrementi delle tariffe dell11,12% sulla luce e del 13,67% sul gas, già registrati dal primo dicembre di quest’anno, rischia di tradursi in una sorta di mini patrimoniale per le aziende ma anche per le famiglie. Se su una famiglia il Codacons ha stimato infatti un aumento di 550 euro all’anno, per le aziende il conto potrebbe essere ancora più saluto, portando il costo energia da un minimo di 1.170 euro per una piccolissima impresa, fino a qualche migliaia di euro per quelle più strutturate. Ma questi aumenti, paradossalmente, non riguardano invece le grandi industrie i cui maggiori consumi non si traducono in aumenti proporzionali e vedremo perchè. “Si tratta – secondo il segretario della CNA di Pesaro e Urbino, Moreno Bordoni – di rincari molto spesso ingiustificati, anche perché il prezzo dei prodotti petroliferi, che spesso condiziona i costi dell’energia, sta continuando a scendere”. E comunque il prezzo della bolletta elettrica pagato dalle imprese italiane continua ad essere tra i più alti in Europa con un divario che continua ad attestarsi attorno al 21% dovuto essenzialmente alle imposte che sono doppie rispetto a quelle pagate dalle imprese in Francia ed Inghilterra e di quasi sette volte in più rispetto a quelle spagnole”.

Se si scompone la bolletta elettrica di una piccola impresa, evidenzia la CNA, si nota che solo il 43,7% riguarda il consumo effettivo di energia mentre la componente “oneri e imposte, pesa per il 35,8% sull’ammontare totale e la componente “rete di distribuzione” vale il 20,5% sul prezzo finale.

Altro elemento – spiega Bordoni – che emerge dall’Osservatorio è che le micro-piccole imprese e le aziende artigiane oltre a pagare un prezzo decisamente maggiore rispetto alle imprese europee aventi la stessa dimensione, sono fortemente svantaggiate anche rispetto alle imprese italiane più strutturate e con maggiori consumi; infatti i prezzi dell’energia elettrica diminuiscono all’aumentare delle dimensioni aziendali in relazione alle tre voci che compongono la bolletta.

“Come CNA – conclude Bordoni – esprimiamo forti perplessità rispetto agli interventi destinati alla riduzione del costo dell’energia finora messi in atto e per questo ribadiamo la necessità di una riforma del finanziamento degli oneri generali del sistema, con il coinvolgimento della fiscalità generale che potrebbe essere inserito nella legge di bilancio come iniziativa per favorire la competitività delle piccole imprese. Considerato, infine, che da luglio 2020 si realizzerà la definitiva liberalizzazione del mercato al dettaglio dell’energia – conclude il segretario della CNA – vi è la necessità non solo di attivare le azioni necessarie a garantire l’effettiva concorrenza e a stimolare la competizione tra i diversi fornitori, ma di definire adeguati strumenti in grado di affiancare gli utenti nella interpretazione delle condizioni di prezzo dell’energia praticate dai venditori”.

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