A ridosso delle scadenze delle dichiarazioni dei redditi (la prima era il 7 luglio, la prossima sarà quella del 20 agosto), a migliaia di imprese dell’autotrasporto, compresa buona parte delle 800 della nostra provincia, è arrivata, in questi giorni, la tegola della drastica riduzione delle cosiddette «deduzioni forfettarie». L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha annunciato (dopo la segnalazione della Ragioneria dello Stato sulla mancata copertura delle risorse relative a questa voce di bilancio), la cancellazione in un sol colpo del 70% degli importi riconosciuti agli autotrasportatori artigiani a titolo di deduzioni e crediti d’imposta, legati al recupero forfettario delle spese sostenute.

In sostanza, precisa Claudio Marzola, presidente provinciale di CNA Fita, “si tratta di agevolazioni riferite a spese sostenute dagli autotrasportatori per le trasferte che, in questa difficile congiuntura economica, sono la sola voce che consente a migliaia di piccole imprese di sostenere i propri bilanci”. Un vero e proprio salasso, dunque, che, secondo stime tecniche, comporterà un aggravio delle tasse, a saldo del 2014, per cifre varianti tra gli 8.100 e i 13.600 euro circa, senza contare i maggiori acconti dovuti per il 2015.

La presidenza nazionale di Unatras, l’Unione nazionale delle Associazioni dell’autotrasporto, ha già dichiarato lo stato di agitazione nazionale della categoria, in mancanza di soluzioni concrete, dopo l’ultimo insoddisfacente incontro con il ministro Delrio.

Siamo di fronte ad un palese abuso – constata Marzola – frutto di un atteggiamento scorretto e prevaricatore: si cambiano le regole a conti fatti, sulla base di costi relativi all’anno 2014 che le imprese avevano già considerato nei bilanci, pressoché chiusi e pronti per esser inviati. È assurdo pensare che si possa sempre fare cassa sulle spalle delle piccole imprese, di artigiani che lavorano duramente e in condizioni di grande pesantezza. Purtroppo, le tante questioni aperte per il comparto dell’autotrasporto hanno creato conseguenze rilevanti, determinando un grande malcontento tra la categoria. Quest’ultima goccia rischia di far traboccare il vaso”.