«Nonostante i lievi segnali di ripresa per l’economia, in Sardegna cittadini e imprese sono ancora molto restii ad accettare promesse di pagamento, segno di una perdurante cautela nei rapporti d’affari e di poca fiducia in una ripresa economica ancora instabile e molto debole. Nel corso dell’ultimo anno cittadini e imprenditori sardi sono stati infatti estremamente prudenti nell’accettare promesse di pagamento. Le cambiali e gli assegni non onorati in circolazione nell’isola hanno avuto un peso molto più leggero rispetto alla media italiana. In particolare, nel primo trimestre del 2015 il numero totale degli effetti protestati nella regione è stato di 19.990 (17.145 cambiali) con una flessione del 25,4% rispetto allo stesso periodo del 2014. Il valore monetario dei titoli protestati nell’isola è stato di circa 29 milioni di euro, con una diminuzione del 44,6% rispetto al primo trimestre del 2014. Una flessione altissima visto che la media italiana è diminuita solo del 33,6%)».

È il commento del presidente e del segretario regionale di CNA Sardegna, Pierpaolo Piras e Francesco Porcu,  ai dati i raccolti dalle Camere di Commercio per conto di Unioncamere sull’andamento dei protesti dal 2011 al primo trimestre 2015 – analizzati dal centro studi di CNA Sardegna – da cui si evince che la Sardegna, dopo le Marche, è la regione italiana che in termini monetari ha segnato il più evidente stop dei protesti rispetto alla media italiana. In base ai dati di Unioncamere, Nuoro è la provincia della Sardegna in cui una cambiale scoperta ha il valore medio più alto: 1.793 euro. Cagliari invece è quella che registra il numero più alto di protesti (12.041 di cui 10.357 cambiali), ma dove una cambiale scoperta ha l’importo medio più basso: 898 euro.

 

I protesti in Italia

Nell’ultimo anno – secondo i dati di InfoCamere e Unionecamere – il numero complessivo dei protesti levati in Italia si è ridotto di circa 270mila unità (22,7% in meno), pari ad una riduzione in valore vicina ai 900 milioni di euro (-33,6%). La diminuzione ha riguardato soprattutto gli assegni, scesi del 25,8% rispetto al 2013, mentre la diminuzione delle cambiali si è fermata al 22%.

In termini monetari è stato il valore delle cambiali a contrarsi di più: 544 milioni (-33,5%) contro 342 milioni di assegni in meno rispetto all’anno precedente.

A livello territoriale i protesti sono diminuiti maggiormente nel centro Italia, sia per numero che per valore. La frenata più vistosa nel complesso dei protesti si registra nelle Marche, seguite da Abruzzo e Veneto, mentre nella flessione per valore dei protesti le Marche sono seguite, come detto, dalla Sardegna. Tra province, quella in cui i protesti pesano di più è Prato, dove il valore medio di una cambiale scoperta è pari a 3.125 euro. In termini assoluti le province più protestate sono invece Roma, Milano e Napoli.

 

La situazione in Sardegna

In Sardegna nel primo trimestre del 2015 il totale degli effetti protestati è stato di 19.990 (17.145 cambiali) con una flessione del 25,4% rispetto al 2014. Il valore dei titoli protestati nell’isola è stato di oltre 29 milioni di euro,  con una diminuzione del 44,6% rispetto al primo trimestre del 2014.

 

La situazione territoriale

A livello territoriale Nuoro è la provincia dove nel 2015 una cambiale scoperta ha il valore medio più alto: 1.793 euro (come detto la provincia italiana in cui questo valore è più alto è Prato con 3.125), mentre a Cagliari, che registra il numero più alto di effetti protestati (12.041 di cui 10.357 cambiali), una cambiale scoperta ha un importo medio 898 euro.