Calzaturiero, gli artigiani di CNA Fermo al Micam

Un’edizione difficile. Che sia all’insegna dell’incertezza, è dire poco. Gli artigiani del distretto calzaturiero fermano si avviano ad affrontare il Micam di settembre potendo contare, ancora una volta, sulla qualità del prodotto, la solidità della propria storia di imprenditori, l’eccezionalità della filiera, visto che il contesto in cui si lavora è quanto mai complesso.

“Incombono sul settore le problematiche purtroppo ben note – commenta il presidente di CNA Federmoda Fermo, Paolo Mattiozzi – a cui aggiungere la mancata assegnazione della ZES e la dibattuta questione del credito d’imposta sull’innovazione. Ecco che partecipare alla fiera diventa un impegno gravoso al quale in tanti non riescono a far fronte”.

Seppure la fiera resti un’opportunità, cresce il numero delle aziende che sceglie modalità di vendita differenti: “La sopravvivenza delle piccole imprese – spiega Mattiozzi – spesso è legata alla produzione per i grandi brand, a scapito del marchio proprio; chi lo porta ancora avanti poi lo commercializza tramite altri strumenti, soprattutto digitali. In più, c’è lo scoglio della manodopera specializzata: oggi non solo non riusciamo a trovare candidati da formare, ma facciamo fatica anche a mantenere i lavoratori in organico, attratti da proposte ritenute più vantaggiose”.

Aggiunge il responsabile CNA Federmoda Marche, Alessandro Migliore: “I più piccoli non hanno la forza di dare stipendi più alti o aggiungere agevolazioni a livello di welfare aziendale, come potrebbero fare le aziende di dimensioni più grandi. Il distretto si contraddistingue per l’eccezionalità della filiera produttiva: oggi, proprio per la capacità dei piccoli di non competere alla pari con altri territori, addirittura limitrofi, rischia di perdere quel know-how che ne è la caratteristica principale e che ancora oggi traina l’economia del territorio”.

Alla fine del primo semestre 2023 la filiera calzaturiera del Fermano contemplava 2.039 imprese attive, contro le 2.237 dell’anno precedente, con un saldo negativo di 198 imprese: “Costi alti di energia e materie prime, insieme al cuneo fiscale insostenibile stanno scoraggiando i piccoli imprenditori artigiani a proseguire la loro attività – riferisce il direttore CNA Fermo, Andrea Caranfa –  tanto che nella filiera fermana è scomparso l’8,9% delle aziende solo tra giugno 2022 e lo stesso mese del 2023. La nota positiva è che l’export continua a tenere, e bene”.

L’export di calzature (356,2 milioni di euro nel I semestre 2023) vale da solo il 54,5% del totale esportato dalla provincia di Fermo (era il 53,2% dodici mesi prima) e cresce del 15,5% rispetto allo stesso semestre del 2022, più decisamente dell’export complessivo provinciale (+12,8%). Nell’ambito delle esportazioni dal distretto fermano-maceratese, il ruolo della provincia di Fermo è decisamente maggiore (al I sem. 2023 vale 356,2 milioni contro 25,2) e inoltre cresce più velocemente (+15,5% contro +12,5%).

Su questo aspetto Caranfa ricorda che “Regione Marche, Camera di Commercio delle Marche, Svem e Atim hanno messo sul piatto ingenti risorse per il sostegno all’innovazione e allo sviluppo delle imprese. Ci sono bandi tuttora aperti che le aziende debbono sfruttare per restare competitive sul mercato mondiale. Resta tuttavia, come abbiamo recentemente sottolineato, ancora aperta la questione della restituzione del credito d’imposta, per la quale chiediamo al Governo di non rischiare di rendere vani gli sforzi fatti sul territorio anche dalle istituzioni, quotidianamente al fianco degli imprenditori”.