A seguire le dichiarazioni dei partecipanti alla presentazione di “Comune che vai fisco che trovi” – Osservatorio permanente Cna sulla tassazione delle Pmi 2016, che si è tenuta oggi nell’auditorium della sede nazionale della CNA.

“Siamo giunti alla terza edizione di un rapporto che ci rende orgogliosi. Un rapporto non solo dettagliato ma originale. Per molti versi unico nel panorama italiano. E che si sta giustamente affermando, salendo all’attenzione della politica e dell’informazione”. Così Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna, aprendo i lavori. 

“Questo nostro Rapporto – ha proseguito – offre, infatti, un contributo importante su come, e quanto, il fisco incide sulle attività e sulla vita delle piccole imprese. Ha il pregio, inoltre, di monitorare in tempo praticamente reale gli effetti prodotti dalle misure adottate dal governo nazionale e dalle amministrazioni locali. E’ uno strumento speciale pensato per essere utilizzato a livello territoriale, permettendo un confronto continuo e motivato tra la Cna e le amministrazioni sul territorio. E’ la ulteriore dimostrazione che siamo una organizzazione che ama confrontarsi con i decisori politici carte alla mano. Una dimostrazione rafforzata – ha concluso – dalle dieci proposte operative che presentiamo oggi”.

A seguire, il responsabile Cna Politiche fiscali e societarie, Claudio Carpentieri, ha illustrato dettagliatamente i risultati dell’Osservatorio, che analizza l’imposizione fiscale su un’impresa tipo in 124 comuni italiani, tra cui tutti i capoluoghi di provincia.

E’ stata, quindi, la volta di Paolo Perrone, sindaco di Lecce e Vice Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia. Perrone ha spiegato che negli ultimi anni, in coincidenza con l’acutizzarsi della crisi, i comuni sono stati particolarmente penalizzati. Tra il 2010 e il 2015 hanno perso complessivamente 15 miliardi di trasferimenti statali, in cambio hanno imposto nuovi tributi per 12 miliardi. Il risultato? Una perdita secca di tre miliardi nelle entrate. “Il peggio – ha sottolineato – è che i comuni non hanno imposto tasse per migliorare o inserire servizi ai propri concittadini ma per recuperare, e solo in parte, quanto avevano perso dai trasferimenti. In sostanza, l’aumento della pressione fiscale comunale è derivato, anche se poco è trapelato all’opinione pubblica, da scelte centrali. Tanto è vero che, mentre la spesa dei comuni nei cinque anni in esame è diminuita del 15 per cento, quella della Pubblica amministrazione nel suo complesso è calata solo del 5 per cento”.

Perrone ha poi lamentato che, negli ultimi anni, “è stato resa più difficile la gestione della partita fiscale, a causa di una legislazione che cambia di continuo. Se è vero, però, quanto i rappresentanti del governo ci ripetono in continuazione, e cioè che l’emergenza è finita, allora bisogna intervenire subito prima di tutto semplificando e rendendo stabile la normativa fiscale. E poi cominciando a favorire quanti, e mi riferisco ai comuni e alle imprese, negli anni scorsi hanno pagato di più in termini di tagli alle entrate o di crescita delle imposte”.

Il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Luigi Casero, ha esordito promettendo che “la pressione fiscale, com’è calata nel 2015, calerà anche quest’anno, grazie a una serie di interventi in essere”, ma ha tenuto a precisare che “una buona parte dell’azione di politica economica del governo è finalizzata, prioritariamente, a rimanere nei parametri fissati dall’Unione europea”.

L’on. Casero ha sottolineato che nel nostro Paese finalmente si è puntato sulla collaborazione tra amministrazione e contribuente, una inversione di tendenza rispetto al passato ribadita dalla recente circolare dell’Agenzia delle Entrate.

A livello politico, inoltre, l’Italia ha già vinto una partita importante, ponendosi “in controtendenza rispetto all’Europa con le linee guida della delega fiscale, costruita sulla nostra realtà, fatta di piccole imprese, e non su una realtà di grandi imprese e società finanziarie come, ad esempio, quella della Germania”.

Il Vice Ministro ha quindi annunciato che “entro un mese verrà presentato un pacchetto di semplificazioni capaci di portare automaticamente risparmi, incidendo sul tempo che un imprenditore, o chi per lui, deve dedicare agli adempimenti fiscali”. Tra queste semplificazioni potrebbe rientrare l’obbligo per le imprese di presentare all’Agenzia delle Entrate solo i documenti che attestano una modifica nella loro situazione, senza replicare documenti già in possesso dell’Agenzia.

Nel pacchetto delle semplificazioni entrerà, inoltre, l’eliminazione del 770 semplificato e delle comunicazione delle operazioni con paesi Black List.  Un ulteriore impegno del Vice Ministro è la messa a disposizione da parte dell’Agenzia delle Entrate degli strumenti necessari, in tempo utile, al pagamento delle tasse. La previsione dell’introduzione di una norma che riconosca una proroga automatica dei termini in caso di ritardi attribuibili alla stessa Agenzia, per concedere alle imprese almeno 60 giorni di tempo per l’assolvimento dell’onere tributario.

Il Vice Ministro, in risposta alle sollecitazioni della CNA, ha dichiarato la volontà di introdurre con la prossima legge di stabilità, al fine di assicurare la necessaria copertura, alcuni importanti provvedimenti a favore delle piccole imprese:

  • il riconoscimento del criterio di cassa per la determinazione del reddito prodotto dalle imprese personali in contabilità semplificata;
  • la nuova imposta sul reddito di impresa ( IRI ) che consenta di parificare i criteri di tassazione dei redditi d’impresa a prescindere dalla forma giuridica adottata. Nello specifico si tratta di una misura volta a premiare tramite una imposizione proporzionale  le imprese personali che reinvestono gli utili in azienda;
  • la definizione di “autonoma organizzazione” per dare certezza alle micro imprese sulla non applicabilità dell’IRAP;
  • la prosecuzione del percorso di aumento della franchigia IRAP.

Con riferimento agli studi di settore il Vice Ministro Casero  ha dichiarato di voler proseguire con la riforma di semplificazione, concependolo più come uno strumento di “compliance” e sempre meno come strumento di accertamento.  Occorrerà, inoltre, valutare l’esclusione di alcune attività dagli studi di settore per cui lo strumento ad oggi non viene utilizzato.  A tal fine è stata istituita una Commissione per completare entro l’estate il progetto di riforma.

Il Vice Ministro ha proseguito il suo intervento condividendo la necessità di:

  • ampliare ulteriormente il regime forfettario, per aumentare il numero di micro imprese beneficiarie delle semplificazioni ora accordate, evitando che la leva fiscale costituisca un ostacolo. In questo modo si potrebbe perseguire anche l’obiettivo di agevolare la nascita di nuove imprese.
  • aumentare la quota di IMU deducibile dal reddito d’impresa, tuttavia sempre in una logica di salvaguardia del bilancio e di reperimento delle risorse.

In conclusione, ha assicurato che la linea del governo “non è quella che porta a una trasformazione dell’attuale struttura produttiva del Paese, fondata sulle piccole imprese, ma al contrario a una sua valorizzazione, perché possa dare e dia il massimo”.

A tirare le somme dell’iniziativa Daniele Vaccarino, presidente nazionale della Cna. “Questo rapporto, con la mole di lavoro alle sue spalle e con le numerose proposte che lo accompagnano  – ha esordito – contribuisce alla costruzione di una Cna nuova, diversa dal passato, fortemente rivendicativa quando è il momento di rivendicare, rigida nella tutela degli associati, ma sempre più propositiva”.

“Credo – ha continuato – che iniziative del genere siano decisive per la costruzione di una moderna rappresentanza davvero utile alle imprese”.

“E’ questo – ha sottolineato – un metodo nuovo, più difficile, che costa molto in termini di impegno e di lavoro per essere presenti sui temi caldi per le imprese e per il Paese, come il fisco e l’occupazione, ma che rappresenta il fulcro di questa nuova stagione”.

Il Presidente ha concluso rivolgendo un appello ai presenti: “Non lasciamo che questo lavoro rimanga nei cassetti delle scrivanie, ma usiamolo come uno strumento di confronto sui territori, per stimolare le amministrazioni locali, per incalzarle, per informarle. E’ una grande sfida. E’ la sfida per costruire un’associazione proiettata nel futuro, radicata nella concretezza, in grado di parlare alle imprese e con le imprese anche di argomenti e problemi estremamente tecnici e specifici”.