Dallo scorso 1 agosto il fondo di solidarietà bilaterale alternativo dell’artigianato (FSBA) ha iniziato ad erogare le prestazioni. Alternativo, perché, con la cassa in deroga andata in pensione a fine 2016, questo strumento è di fatto diventato l’alternativa all’Inps per gli ammortizzatori sociali destinati ai dipendenti delle imprese che applicano i CCNL dell’artigianato. L’erogazione dei sussidi è il risultato di un importante confronto portato avanti dalle parti sociali del comparto. Grazie a una battaglia della CNA, poi, si è arrivati a garantire copertura a tutte le imprese, anche a quelle meno strutturate, che occupano fino a 6 dipendenti e che, in mancanza di questo strumento, in caso di crisi non avrebbero potuto contare su nessuno dispositivo per evitare i licenziamenti.

Come funziona questo fondo? Si basa interamente sugli assegni pagati grazie ai versamento di imprese e lavoratori che applicano i contratti dell’artigianato: nessun contributo pubblico.

Il fondo copre potenzialmente oltre un milione di lavoratori e 300mila aziende. È un primo grande fondo nato all’indomani dei due importanti provvedimenti in materia di lavoro (Legge Fornero e Jobs Act) al quale hanno già fatto richiesta ad oggi circa 18mila addetti. L’ammontare dell’assegno può arrivare a 971 euro, nella forma di assegno ordinario – che dura 13 settimane e copre anche la sospensione totale dal lavoro- o di assegno di solidarietà che serve ridurre l’orario di lavoro evitando i licenziamenti, sul modello del contratto di solidarietà.