Sul fronte della creazione di lavoro anche nel 2018 artigiani, micro e piccole imprese hanno fatto la loro parte.

Nella media dei dodici mesi dell’anno da poco concluso, infatti, artigiani, micro e piccole imprese hanno registrato una crescita dell’occupazione del 3,2%. Si tratta di un incremento lievemente inferiore al +3,3% registrato nel 2017 coerente con il repentino peggioramento del quadro economico registrato nella seconda metà dell’anno scorso.

Lo rileva l’Osservatorio mercato del lavoro CNA, curato dal Centro studi della Confederazione, che analizza mensilmente le tendenze dell’occupazione su un campione di quasi 20mila imprese associate con 140mila dipendenti.

Scendendo nel dettaglio per tipologia contrattuale, dopo due anni le assunzioni con contratti a tempo indeterminato sono tornate a crescere in maniera significativa (+31,1% rispetto al 2017) mentre in misura molto più contenuta sono aumentate le assunzioni a tempo determinato (+8,3%). Proprio grazie al forte incremento registrato nel corso dello scorso anno  la quota delle assunzioni a tempo indeterminato sul totale dei dipendenti è salita dal 15,3% al 18%.

La rinnovata propensione delle imprese ad assumere con contratti a tempo indeterminato non può essere messa in correlazione con le prospettive dell’economia che, secondo i principali istituti di previsione economica, sono in netto peggioramento. È più probabile invece che essa derivi dall’effetto combinato delle norme introdotte negli ultimi anni finalizzate a favorire il lavoro permanente (le tutele crescenti del Jobs Act) e a rendere meno conveniente l’uso del tempo determinato (il Decreto Dignità).

Quanto alle cessazioni, la crescita molto meno marcata nel 2018 rispetto al 2017 (+11,1% a fronte del +27,8%) va ascritta principalmente all’andamento delle cessazioni dei contratti a tempo determinato (in frenata) e indeterminato (in diminuzione),  che insieme sono oltre l’80% del totale.

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