Undici milioni di Euro di crediti garantiti, 579 pratiche evase e gli associati che sono passati da 3.771 a 3.824. E’ questo il bilancio del 2015 presentato da Fidimpresa Marche alla vigilia dell’assemblea annuale che si terrà venerdì alle ore 19 a Villa Picena di Colli del Tronto. “Nel Piceno la piccola impresa tiene – ha spiegato Massimo Capriotti, direttore provinciale di Fidimpresa Marche – ma il credito per le piccole imprese è ulteriormente calato del 3,7 per cento nel 2015. La nostra azione di sostegno e consulenza alle imprese sarà sempre più improntata nel trovare opportunità per investimenti in innovazione e anche nella ricerca di finanziamenti alternativi a quelli delle banche che nel Piceno come in Italia continuano a detenere una fetta troppo elevata del portafoglio delle ditte”.

“Accesso al credito, tassi, tempi di pagamento e microcredito saranno la nostra mission per il 2016”. Così Francesco Balloni, direttore provinciale Cna, ha precisato l’azione dell’Associazione. Mentre il presidente, Luigi Passaretti ha messo l’accento su questo concetto: “E’ di vitale importanza tornare a un’economia normale, ovvero vera e diffusa. Il tutto nella consapevolezza che nel futuro non ci sarà più niente di facile, dagli assetti aziendali, al credito, alla scalata dei maercati”.

L’azione di Cna e di Fidimpresa Marche, a sostegno del territorio e delle imprese, anche nel 2015 ha prodotto effetti importanti, arginando una situazione che per certi versi continua ad essere difficile. Basti pensare che, in base a un’analisi del Centro studi della Cna regionale delle Marche, dal 2010 al 2015 sono passati dal 42 per cento al 29 per cento gli investimenti che le imprese hanno fatto per finanziare il loro magazzino, ovvero il prodotto che poi dovrà essere commercializzato. Dati ancora peggiori per quanto riguarda gli investimenti per veicoli e attrezzature aziendali: dal 35 per cento del 2015 ad appena il 15 per cento del 2015.

Sempre nel 2010 sono state il 75 per cento delle piccole e medie imprese del Piceno a utilizzare prestiti bancari per le loro esigenze. Nel 2015 questa percentuale è scesa al 66 per cento. Per quanto riguarda i prestiti “alternativi”, invece, la percentuale in 5 anni è salita dal 9 per cento al 17 per cento.

E ancora. Prendendo in esame sempre questi 5 anni si vede che nel 2010 il 63 per cento delle imprese che hanno chiesto un prestito lo ha ottenuto. Nel 2015 questa percentuale è scesa al 54 per cento. Per contro: nel 2015 le richieste di prestito respinte hanno riguardato l’11 per cento delle imprese richiedenti, nel 2015 ben il 19 per cento.

PAGAMENTI E RISCOSSIONI SEMPRE CON TEMPI PIU’ LUNGHI. Nel 2010 il tempo medio che un’impresa doveva mettere in conto prima di sperare nel saldo di un credito vantato verso un cliente era di 29,17 giorni. Nel secondo semestre del 2015 questo lasso di tempo è schizzato al 48,2 giorni di attesa. Di minore portata – a testimonianza che le piccole imprese spesso fanno da banca ad altri soggetti – i tempi di pagamento dei debiti delle imprese nei confronti dei fornitori: appena 6,7 giorni nel 2010, 22,1 giorni nel 2015. Tempi di pagamento – come si vede – fortemente deteriorati ma ancora abbondantemente al sotto della metà del tempo necessario per riscuotere (22 giorni contro 48).

GLI APPROFONDIMENTI DELL’ASSEMBLEA DI FIDIMPRESA MARCHE. Il sostegno e lo sviluppo riguardo le forme alternative di microcredito e di finanziamento diretto e alternativo possono avere un grande valore economico ma, ancora di più, sono azioni azioni che riportano al centro dell’attenzione non i parametri finanziari o asettiche statistiche ma il lavoro, la creatività e la credibilità di un progetto imprenditoriale.