“Mentre si discute di autonomia in tutte le sedi politiche, qualche <manina> ha inserito nelle bozze del nuovo decreto legge sulla crescita economica un attentato all’autonomia regionale in materia di credito dalle conseguenze molto dannose per artigiani e piccole imprese”. Lo si legge in un comunicato stampa della CNA.

“La riforma Bassanini – prosegue la nota – aveva concesso alle regioni la possibilità di limitare l’accesso al Fondo di garanzia per le Pmi alla controgaranzia, valorizzando così l’integrazione tra garanzie private e garanzia pubblica. Una scelta motivata dalla necessità di sostenere l’accesso al credito di micro e piccole imprese, dalle minori possibilità di default in presenza di controgaranzie rispetto alle operazioni presentate direttamente dalle banche, dal miglior effetto leva della controgaranzia. Un milione di garanzia pubblica sostiene 2,1 milioni in controgaranzia e solo 1,3 milioni in caso di accesso diretto. Scelta che, alla prova dei fatti, si è mostrata vincente. In Toscana, vale a dire la regione che ha colto questa opportunità da più tempo, tra il 2011 e il 2017, anni di crisi nera e stretta creditizia soffocante, la riduzione dei prestiti al sistema produttivo è arrivata al 10,4% a fronte del -18% su scala nazionale. Proprio per sostenere l’accesso al credito delle imprese, in particolare micro e piccole imprese, numerose altre regioni hanno deciso di limitare, per intero o parzialmente, l’accesso al Fondo di garanzia per le Pmi alla sola controgaranzia.

Scelte che verrebbero azzerate da un provvedimento che cancella l’autonomia delle Regioni in materia di sostegno alle imprese. Ci rivolgiamo, pertanto, al governo – conclude il comunicato – affinché la scellerata scelta di abrogare la possibilità per le regioni di sostenere in autonomia il sistema delle imprese non arrivi al Consiglio dei ministri”.

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