La regione Piemonte, attraverso la voce dell’assessore all’Ambiente, all’Energia e all’Innovazione Matteo Marnati, intervenuto stamani a Restructura a un convegno promosso da CNA Torino e CNA Costruzioni, dice sì allo sviluppo delle Comunità energetiche anche attraverso un uso efficiente dei fondi del Pnrr in arrivo sul territorio. In tempi di caro-bollette, insomma, le comunità energetiche possono diventare un prezioso strumento per abbattere il costo dell’energia di cittadini e imprenditori e per favorire la diffusione dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili.

Non solo, Marnati si è detto anche favorevole alla costruzione di nuovi invasi sull’arco alpino con il duplice obiettivo di conservare l’acqua in quota quando è disponibile per poterla poi usare nei momenti di siccità e consentire il funzionamento di nuove centrali idroelettriche. Anche se questi progetti richiederanno molto tempo per essere attuati e non potranno dare risposte nell’immediato.

Più in generale, Marnati si è detto favorevole, come del resto la CNA Torino, allo sfruttamento di tutte le energie da fonti rinnovabili, dalle biomasse al fotovoltaico.

A questo proposito, CNA Torino sta dando vita, in accordo con la Scuola di Amministrazione Aziendale dell’Università degli studi di Torino, al “Laboratorio di ripresa e resilienza” con l’obiettivo di favorire un corretto utilizzo dei fondi del Pnrr e l’integrazione delle progettualità per farle convergere su risposte concrete e utili. Il Laboratorio ha già incassato a Restructura, in occasione della sua presentazione, la disponibilità di un sostegno economico da parte della Camera di commercio, per voce del suo segretario generale Guido Bolatto, e i consigli operativi di questo osservatorio-centro studi potranno rivelarsi preziosi anche sul fronte dello sviluppo delle comunità energetiche.

Con riferimento alla legge regionale 12/2018 che è stata la prima in Italia a introdurre le comunità energetiche, Marnati ha infine dichiarato che questa legge verrà presto smantellata perché ormai superata dai tempi. “È una legge nata in un altro contesto ed è oggi obsoleta. Rimane invece di grandissima attualità il tema delle Comunità energetiche”.

La strada da percorrere, a ogni modo, secondo il responsabile nazionale di CNA Installazione Impianti Diego Prati, è quella di “ridurre i consumi energetici parallelamente alla ricerca di nuove fonti di produzione” e, in tal senso, il presidente di CNA Torino, Nicola Scarlatelli si è detto molto favorevole a sviluppare ogni forma di autoproduzione dell’energia da parte degli imprenditori.

Anche se restano da sciogliere alcuni vincoli burocratici: a partire dai tempi di autorizzazione alla costruzione degli impianti fotovoltaici, per arrivare alle modalità di allaccio alla rete nazionale e di cessione dell’energia prodotta in eccesso rispetto all’autoconsumo. Problemi che CNA si augura verranno superati parallelamente allo sviluppo delle comunità energetiche. Rilevante a questo proposito è stata la relazione del professor Piercarlo Rossi dell’Università degli Studi di Torino, interamente dedicata all’analisi dell’attuale impianto normativo che regola le comunità energetiche e sui principali ostacoli oggi presenti alla loro diffusione, anche se molto può aiutare la normativa europea che, a partire dal 2016, ne sta favorendo il riconoscimento negli ordinamenti normativi dei paesi membri.

CNA ha infine lanciato un allarme con riferimento al fotovoltaico: “Facciamo attenzione a non sostituire la dipendenza dal gas russo con la dipendenza tecnologica dalla Cina che è oggi il principale produttore mondiale di celle fotovoltaiche” ha detto il responsabile di CNA Costruzioni Torino, Costantino Spataro.