Si è svolta ieri, 15 maggio, la Convention CNA Imola presso il Seminario Diocesano. Al centro della serata il tema “Giovani: Generazione in fuga?”. È stato un importante momento di incontro e di condivisione su tematiche molto sentite dalle imprese, avvenuto in un momento difficile per il Circondario di Imola, interessato dall’alluvione che ha provocato danni alle persone e attività, alle quali la CNA ha fatto sentire la sua vicinanza concreta e non di circostanza.

Il direttore della CNA Imola, Ornella Bova nel dare avvio ai lavori ha ricordato i trent’ anni della nostra associazione: “Trent’anni di presenza sul territorio, di collaborazione e confronto con le Istituzioni e le forze dell’ordine”. “Stasera non vogliamo fare dei bilanci, ma parlare di futuro. E il nostro futuro sono i giovani, la forza sulla quale dobbiamo fare leva per affrontare le sfide che si presenteranno nei prossimi anni”, ha concluso il direttore.

La convention è stata un’occasione speciale per CNA Imola che celebra i trent’anni di autonomia: “Abbiamo deciso di ricordare, oggi, questa importante scelta, resa possibile dall’impegno dei dirigenti della CNA e da tutti i collaboratori e dipendenti e dalla convinzione dei tanti associati che hanno colto l’opportunità offerta dalla possibilità di decidere a livello territoriale le scelte economiche e associative, nell’interesse delle aziende del Circondario”. “Nella storia della CNA Imola si riconoscono i percorsi dell’artigianato e dell’imprenditorialità Imolese, delle sue creazioni, delle sue fatiche, delle sue sofferenze, delle sue conquiste e degli sforzi profusi per dotarsi di strumenti di tutela e rappresentanza, capaci di fare crescere il nostro territorio”, ha evidenziato il presidente Luca Palladino.

Il presidente regionale CNA Emilia-Romagna, Paolo Cavini, ha rimarcato come “Se c’è un aspetto positivo delle crisi che ci hanno messo alla prova in questi decenni, è che tutti si sono dovuti rendere conto che avere un sistema produttivo basato sull’impresa diffusa è una risorsa. In questi giorni abbiamo incontrato gli imprenditori duramente colpiti dall’alluvione: la loro forza, la loro determinazione a non arrendersi ci ha dato coraggio. I dati dicono che in dieci anni abbiamo perso un milione di giovani: occorre attivare assieme le condizioni perché i giovani rimangano e ritornino, ecco perché come CNA regionale abbiamo coordinato la fusione di tutti i nostri enti di formazione per dare su tutto il territorio, da Piacenza a Rimini, le stesse condizioni per i giovani, per gli imprenditori, perché sono le risorse umane che fanno grandi le imprese”.

Il professor Paolo Crepet ci ha offerto una diversa visuale del fenomeno: “Io sono un giramondo, sono un precario a vita, sono l’esempio che ‘si può fare’. Anni fa uno studio mostrava come 30 aziende su 100 non sopravvivevano al passaggio generazionale, ma non è un problema economico, è un problema educativo, dovremmo fare scuola ai genitori con gli imprenditori. Una ricerca degli industriali di Brescia rileva che il 90% dei dipendenti lavora senza passione per il proprio lavoro. Per aumentare la passione dobbiamo iniziare dai genitori: fategli fare le cose ai bambini fategli scoprire la passione del fare, dobbiamo smetterla di assisterli, dobbiamo supportarli e spronarli a fare. Allenare i cervelli è la più grande sfida, occorrono intelligenza e la capacità di andare contro corrente. Alla base della realizzazione di sé deve esserci il desiderio. Il lavoro non è una occupazione ma è una passione”.

L’assessore allo sviluppo economico della regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, ha rimarcato come la Regione sia attenta al tema e, prima in Italia, abbia fatto una norma dedicata. “Con l’approvazione della legge ‘Talenti’ l’Emilia-Romagna ha una nuova legge regionale per attrarre e trattenere giovani talenti: persone a elevata specializzazione che qui possono trovare un lavoro, un proprio spazio professionale o di ricerca, o intraprendere un percorso di ulteriore alta formazione. Lo stesso potranno fare i cosiddetti ‘cervelli in fuga’, per un possibile rientro dall’estero. Giovani che, oggi più che mai, possono trovare lungo la via Emilia nuove opportunità nell’ecosistema regionale dell’innovazione, delle università e del sistema produttivo. Quando abbiamo condiviso tutti assieme il Patto per lo Sviluppo e il Clima – ha proseguito – abbiamo messo tre priorità: il governo della Digitalizzazione, la Sostenibilità, il Sapere e la Conoscenza. La cultura e la tecnica sono di serie A occorre lavorare su questo sulle famiglie, sui giovani e sulla scuola. I giovani sono per loro natura mondialisti, il punto è che un grande Paese deve essere in grado di attrarre le competenze e i talenti”, ha concluso.

Ha chiuso i lavori il segretario generale CNA Nazionale, Otello Gregorini. “Occorre ragionare su due piani, di prospettiva e di contingenza”, ha esordito. “Di prospettiva – ha continuato – se fino ai primi anni Duemila c’era una considerazione positiva per il nostro mondo, della piccola impresa dico, oggi non è più così, solo 1 su 10 vuole lavorare nelle Pmi. Tutti a parole ci dicono che siamo centrali salvo poi, quando si fanno leggi, pensare solo alla grande impresa. Ma senza di noi il sistema paese non regge”.

“Di tutto questo – ha proseguito – bisogna tenere conto e si deve ricreare un contesto affinché i piccoli tornino attrattivi e valorizzati per il loro potenziale. Ora scontiamo la carenza di forza lavoro. Che cosa possiamo fare? Si può intervenire su due fattori: il primo è quello di formare e attrarre chi è in panchina, neet ed espulsi per varie ragioni dal mondo del lavoro, il secondo – ha concluso Gregorini – è quello di gestire i flussi di immigrazione che devono essere costanti e governati”.