La Grande distribuzione organizzata vende il 70 per cento dei prodotti sul mercato ed è nei suoi oltre 20mila punti vendita sul territorio italiano che si registra l’80 per cento dei consumi: “La Gdo a oggi è il principale partner di filiera per le produzioni italiane, tuttavia il rischio è che il consumatore finale acquisti un prodotto senza conoscerne la storia. L’azione di CNA è quella di far dialogare questi due aspetti apparentemente in contrasto, lavorando per coniugare le due anime che oggi caratterizzano tanta parte del mercato dell’agroalimentare italiano”.

Così il nostro presidente nazionale, Dario Costantini, intervenendo al “Tipicità Festival” di Fermo nell’ambito del talk organizzato da CNA Marche dal titolo “Cibo, flussi e distribuzione – Nuove geografie”, cui ha partecipato anche il presidente regionale della Confederazione, Paolo Silenzi. Al centro dell’incontro temi quali la filiera alimentare, la distribuzione, i processi di acquisto e consumo, le prospettive del settore agroalimentare tra transizione ecologica e normative europee.

“La stragrande maggioranza delle Denominazione di origine protetta italiane è prodotta da piccole e medie imprese, così come la stragrande maggioranza delle Indicazioni geografiche protette è realizzata addirittura da micro e piccole imprese –– ha ricordato Costantini – questo testimonia la estrema necessità che l’Italia aiuti artigiani, micro, piccole e medie imprese a far conoscere e vendere i propri prodotti. A livello europeo CNA sta mettendo in campo azioni per sostenere un’armonizzazione delle norme che possano determinare acquisti consapevoli e non ingannevoli”.

Per Silenzi, “La Gdo dovrebbe dialogare con le Pmi, nella consapevolezza che tracciabilità e trasparenza rappresentano un valore aggiunto. Per questo la CNA è un interlocutore ideale per calmierare alcune dinamiche e garantire condizioni eque di concorrenza”.