Artigianato

Le imprese artigiane sono un patrimonio insostituibile per l’economia, l’occupazione, la coesione, il benessere dei cittadini e l’immagine dell’Italia e “meritano una rinnovata attenzione” per dare risposte a una serie di problemi. “Non possiamo permetterci una legislazione vecchia. La Legge quadro è del 1985 ed è necessario aggiornarla, adattarla a oggi”. È quanto ha sottolineato il presidente nazionale CNA, Dario Costantini, concludendo l’intervento all’evento “Artigianato e Made in Italy”, promosso dal Mimit nell’ambito delle celebrazioni della giornata nazionale del Made in Italy. Un’iniziativa dedicata all’artigianato, aperta dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, alla quale hanno partecipato le altre organizzazioni dell’artigianato e della piccola impresa e rappresentanti delle istituzioni.

Costantini ha illustrato una serie di numeri che evidenziano le criticità dell’artigianato: negli ultimi 15 anni “abbiamo perso 220mila imprese, gli imprenditori over 50 sono il 53% del totale mentre gli under 29 non arrivano al 4%”, ha detto il presidente CNA mettendo in evidenza che “molte imprese che sono artigiane di fatto scelgono di non esserlo a livello formale per mancanza di elementi di convenienza”.

Costantini ha snocciolato anche i numeri che testimoniano l’importanza dell’impresa artigiana che è al tempo stesso custode della tradizione dai tempi del genio di Leonardo Da Vinci e laboratorio di innovazione. Le imprese artigiane sono quasi 1,3 milioni e offrono lavoro a 2 milioni e 600mila persone. Rappresentano il 62% della manifattura italiana, oltre il 52% del settore delle costruzioni, nei trasporti e nel magazzinaggio, ad esempio, circa il 48% delle imprese sono artigiane. In altri servizi, come la cura della persona, le attività artigiane superano i tre quarti del totale.

L’artigianato è anche il protagonista della “economia della manutenzione”: circa 600mila imprese che garantiscono il restauro e l’efficientamento di manufatti, infrastrutture, impianti industriali e civili. Imprese che riparano veicoli, elettrodomestici, capi di abbigliamento. Imprese che recuperano materiali e che allungano la vita dei prodotti. Un contributo importante all’affermazione del paradigma circolare, uno dei pilastri della transizione verde. L’economia circolare è diventata un requisito essenziale nel mondo di oggi ed è un’invenzione artigiana. Ancora una volta quella capacità unica di fondere creatività e intelligenza pratica.

Tutti questi numeri dicono che queste micro e piccole imprese, sono “dappertutto in ogni dove”, all’interno di uno scambio virtuoso e continuo con i territori. Riproducono e reinventano lo storico saper fare delle località in cui operano, e da cui non scappano, e restituiscono alle comunità locali un importante contributo per la coesione sociale. Anche grazie alla presenza capillare delle piccole imprese artigiane, l’Italia rimane il paese europeo con la popolazione maggiormente distribuita sul territorio. È un enorme valore per tutelare le specificità e le particolarità del Paese, un valore che sostiene i tanti “brand di territorio” di cui è ricca l’Italia; una delle chiavi di volta della nostra attrattività turistica. Proprio nel turismo sono particolarmente attive le imprese artigiane. Basti pensare che circa il 17% del totale opera in settori interessati dalla domanda turistica come l’accoglienza, l’agroalimentare, l’artistico.