Ci sono ricordi che sembrano segni premonitori. Come se certi oggetti e momenti sapessero già quello che diventeremo. Per Maria Fermanelli, 55 anni, è il caso di un vecchio libro di cucina, tramandato dalle donne di casa e così vissuto che sfogliarlo è come ritrovare nonne, zie e mamme, che tra una ricetta e l’altra hanno lasciato conti, le pagelle dei figli, appunti e appuntamenti. Un lessico familiare culinario, dettato prima di tutto dal piacere dello stare insieme. “Forse per questo per me il cibo è condivisione – spiega Maria – ed è proprio dalla volontà di non escludere, a tavola, chi soffre di celiachia che è nato il mio progetto”. Una delle prime imprese artigianali di prodotti freschi senza glutine. Quando il limite diventa una risorsa. E un’eccellenza italiana. 

Fermanelli è un architetto e per vent’un anni svolge la libera professione come titolare di uno studio associato. E da sempre ha una grande passione. 

“Amo cucinare – racconta – ma ho un problema: non so farlo per pochi, quando preparo qualcosa lo faccio per l’intero palazzo”. Ed è cucinando per le figlie e gli amici scout che si imbatte in un bimbo celiaco. “Ho cominciato a pensare a delle ricette che potessimo mangiare tutti, senza escluderlo. E da lì il passo è stato breve, insieme ad altre mamme, quasi per scherzo abbiamo deciso di aprire un’impresa”.

E’ il 2002 e grazie a Internet Maria ha accesso a un’enorme quantità di informazioni. Si documenta sulla celiachia, sulle problematiche legate alla preparazione dei cibi e sui finanziamenti. Trova un bando…

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