Dazi Usa possibili danni per DOP e IGP europee

Dopo aver affossato il trattato di libero scambio Europa-Usa (Ttip), «gli Stati Uniti potrebbero imporre dazi sui prodotti agroalimentari italiani ed europei»: la denuncia arriva da Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione agricoltura dell’Europarlamento che si occupa di valorizzare le produzioni di qualità.

Universo che, per la sola Italia, rappresenta un giro d’affari da 13,8 mld di euro. Alla luce della volontà del presidente USA, Donald Trump, di tornare a politiche protezionistiche. De Castro ha analizzato due documenti appena pubblicati dal dipartimento USA per il commercio (Ustr). Si tratta dell’agenda 2017 delle politiche del commercio USA e del rapporto annuale sul programma degli accordi commerciali.

In particolare, sotto la lente è finito il report governativo sulla protezione della proprietà intellettuale, denominato «2017 Special 301». In esso «si sottolinea il continuo impegno dell’amministrazione Trump a limitare i danni creati dal riconoscimento delle Indicazioni Geografiche da parte dell’Unione europea». In particolare, il dipartimento americano evidenzia «gli effetti negativi che l’approccio UE nei confronti delle IG può avere per i produttori e commercianti statunitensi nell’accedere ai mercati internazionali e del terzo mondo, specie quelli con diritti precedenti sui marchi commerciali o quelli che confidano nell’uso dei nomi comuni dei prodotti agroalimentari».

Per De Castro, questa posizione «è molto pericolosa perché potrebbe essere usata come giustificazione per proporre dei dazi specifici sulle produzioni di qualità». Il report di Washington ha obiettivi molto chiari:

  • la protezione delle IG non deve violare diritti prima stabiliti, ne può privare le parti interessate dell’opportunità di usare nomi comuni come «parmesan» o «feta»;
  • le persone interessate devono potersi opporre o chiedere la cancellazione di ogni protezione IG chiesta o rilasciata;
  • notifiche e info rilasciate quando passa una protezione IG con termine composto devono identificare il nome comune dei suoi componenti;
  • gli USA si opporranno all’estensione della protezione concessa alle IG wine e spirits ad altri prodotti (Accordo USA-UE sul commercio di vino del 2006).

Di fatto questo è «un attacco frontale contro le IG europee da parte del governo USA sostenuto dalla potente industria alimentare americana guidata dal Consorzio denominazioni generiche (Consortium for Common Food Names, Ccfn), lobby protagonista anche delle trattative sul Ttip».

L’obiettivo, per la fondazione, «è il contrasto alle politiche europee di diffusione nel mondo dello standard IG, che negli ultimi 20 anni ha rivitalizzato le regioni, in Italia e in Europa».

Cna Agroalimentare era preoccuppata dell’andamento del TTIP ma pur sempre era un trattato basato sul raggiungimento di obiettivi minimi comuni, in questo caso e con il principio stabilito dalla nuova presidenza USA “AMERICA FIRST” ci potremmo trovare di qui a breve all’introduzione di dazi doganali a danno dei prodotti alimentari italiani ed europei.