La Regione Toscana ricorre alla Corte costituzionale contro la legge 58/2019 che ha convertito Dl 34/2019, il cosiddetto Decreto Crescita. A finire nel mirino, in particolare, due provvedimenti che penalizzano fortemente artigiani e piccole imprese: la nuova disciplina fiscale sugli interventi di efficienza energetica e l’abolizione dell’autonomia regionale in materia di credito. Due provvedimenti che già la CNA aveva contestato. Con numeri e argomentazioni. Numeri e argomentazioni ripresi pari pari dal ricorso.
In particolare, il ricorso “per la dichiarazione di illegittimità costituzionale” contro la valorizzazione dell’integrazione tra garanzie private e garanzia pubblica (che pure ha contenuto gli effetti del razionamento del credito) riprende ampi stralci “di uno studio della CNA, i cui dati sono stati diffusi sul sito www.cna.it del 17 giugno 2019”. Da questa analisi emerge che “tra il 2011 e il 2017 la riduzione dello stock del credito è stata inferiore rispetto alla media nazionale e a quella dell’Emilia-Romagna. Per le imprese fino a cinque dipendenti la riduzione del credito nel periodo considerato è stata del 12,5% contro il 15,2% della media nazionale e il 18,9% dell’Emilia-Romagna. Lo stock di credito per le piccole imprese sino a 20 dipendenti si è ridotto del 22,7% in Toscana, del 26,7% in Italia e del 32,4% in Emilia-Romagna. Oltre 20 addetti la riduzione è stata del 10,2% in Toscana, del 17,6% in Italia e del 18,6% in Emilia-Romagna”.