Si è svolto al ministero della Salute, lunedì 22 maggio alla presenza del sottosegretario, onorevole Marcello Gemmato l’incontro a cui hanno preso parte funzionari del ministero della Salute e dell’Agricoltura, il presidente del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, Domenico Raimondo, e il vice, Ettore Bellelli, parlamentari dell’intero arco costituzionale, da quelli di Fratelli d’Italia come i casertani Gimmi Cangiano, Marco Cerreto e Giovanna Petrenga, a Susanna Camusso del Pd, a Francesco Mari del Gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, i rappresentanti dei vari istituti di zoo profilassi, quelli di associazioni professionali come CNA Agroalimentare (presenti il responsabile nazionale Gabriele Rotini e il segretario di CNA Campania Nord Francesco Geremia) oltre alle 23 associazioni raccolte nel coordinamento di cui Fabbris è portavoce. Assenti la Regione Campania e le quattro associazioni tra le più rappresentative del mondo agricolo e zootecnico, cioè Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri, che invece siedono al “tavolo verde” della Regione Campania, che li considera gli unici soggetti in grado di rappresentare gli allevatori.

Gianni Fabbris, a nome del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio, ringrazia il Governo, le forze parlamentari di maggioranza e opposizione, i dirigenti dei tre diversi ministeri, quelli dei tre diversi Istituti Zooprofilattici (Portici, Teramo e Brescia), le diverse organizzazioni e realtà sociali e sindacali, gli esperti di primo livello nazionale e internazionale che hanno partecipato ieri a quello che per il Coordinamento “È il primo passo per uscire e superare la crisi indotta dal fallimento di dieci anni di Piani di eradicazione della BRC e della TBC Bufalina in Provincia di Caserta che, nel mentre non hanno risolto i problemi sanitari, stanno mettendo in ginocchio un intero comparto strategico per l’agroalimentare italiano”.

“Non era scontato che si arrivasse a questo incontro. Il Governo e il Parlamento hanno mostrato il volto della disponibilità al dialogo ed all’ascolto che la Giunta Regionale della Campania ha fin qui negato ma che, ancora una volta, sollecitiamo a dismettere le vesti della contrapposizione violenta per contribuire ad un percorso inevitabile di condivisione”.

Chiaro e largamente condiviso il giudizio emerso nella Riunione sul fallimento del Piano che possono essere riassunti nelle parole del dirigente del ministero dell’Agricoltura intervenuto (un veterinario responsabile del benessere animale): “Siamo sconcertati, negli ultimi tre anni come ministero Agricoltura abbiamo dato decine di milioni di euro alla Regione Campania senza che si risolvessero i problemi della BRC e della TBC che rimangono un problema sanitario ancora aperto. I problemi non si risolvono nascondendo la spazzatura sotto il tappeto ma affrontandoli e risolvendoli”.

I numeri e i dati emersi sono impietosi: nel 2007 la prevalenza della Brucella in Provincia di Caserta era al 17% e fu portata nel giro di pochi anni allo 0,8% grazie ad un intervento voluto e diretto dal Governo Nazionale che ne affidò al Centro di Referenza Nazionale di Teramo la gestione tecnico/veterinaria e sanitaria. Al contrario dal 2014 i Piani (passati alla responsabilità della Regione Campania) hanno riportato la BRC e la TBC a valori esplosivi, fino al dato impressionante del 19% toccato nel 2022. Il dato “vago e indefinito” riportato da un funzionario del Ministero della Salute per cui ci sarebbero dei “lievi segnali di miglioramento” sono sati da tutti gli interventi giudicati “inattendibili e ininfluenti rispetto ad un trend chiarissimo e consolidato nel tempo”

Quattro le proposte sul Tavolo del Ministero e all’attenzione di tutto il Parlamento avanzate dal Coordinamento nell’incontro:

  1. Discontinuità rispetto al passato. Il Presidente del Consiglio dei Ministri dichiari lo Stato di Emergenza ai sensi della Legge Nazionale sulla Protezione Civile con il mandato ad un Commissario di Governo di risolvere ed eradicare la BRC e la TBC elaborando un Piano credibile, efficace e condiviso fondato sul rispetto dei protocolli ordinari e uscendo dall’approccio emergenziale tanto caro alla Task Force della Regione Campania e fin qui fallimentare. Lo Stato di Emergenza con la nomina del Commissario di Governo (altra cosa da quello nominato dalla Regione Campania che per imporre un Piano inattuabile ha chiamato un Generale in pensione) può essere il primo atto utile a ricostituire un clima di confronto, fiducia e collaborazione reso impossibile dalle bugie raccontate dalla Task Force della Regione Campania e dai suoi fallimenti in questi anni
  2. Coinvolgimento pieno di tutti gli attori protagonisti della filiera produttiva (allevatori, contoterzisti, trasformatori artigianali e industriali, distributori, consorzio di tutela, consorzio di bonifica per le questioni ambientali, ecc..) ma anche della società a partire dai sindacati dei Lavoratori, dei Sindaci (le prime autorità sanitarie nel territorio) e dalle associazioni dei Consumatori. Questo pieno coinvolgimento può essere perseguito con un tavolo permanente di coinvolgimento presso il Ministero che accompagni il lavoro del Commissario
  3. La base di queste due azioni, sia quella del Commissariamento che quella del tavolo di confronto e coinvolgimento, è il Documento approvato all’unanimità del Senato della Repubblica con il voto di tutte le forze politiche e il parere positivo del Governo che, fra l’altro, fissa come primo obiettivo il rispetto delle regole e degli ordinamenti comunitari a partire dalla applicazione della direttiva Europea 689/20 ù; in quell’Ordine del giorno sono fissati gli obiettivi fondamentali che possono permettere la ripartenza di un percorso condiviso su cui fondare il Nuovo Piano
  4. A fianco dell’azione necessaria per eradicare la BRC e la TBC Bovina e Bufalina, per cui gli allevatori del territorio e tutte le realtà sociali e sindacali coinvolte nel Coordinamento si dichiarano pronte al sostegno ed alla collaborazione, occorre una forte iniziativa collaterale e parallela di rilancio dell’intero comparto. Una iniziativa cui devono impegnarsi il Governo Nazionale e il Parlamento sia per il valore strategico della filiera bufalina e del suo indotto nel panorama dell’Intero Agroalimentare italiano, sia perchè con una legge del 2002, la specie della Bufala Mediterranea è stata dichiarata “Patrimonio strategico per l’intero allevamento Italiano”. La proposta del Coordinamento è quella (all’interno di un Piano di rilancio) di costituire nel territorio Casertano un Centro di Ricerca, Sperimentazione e Valorizzazione della Bufala Mediterranea che approfondisca sia i temi della fisiologia della Specie Bufalina Mediterranea e le relazioni con l’ecosistema (temi mai oggetto di una seria e sistematica iniziativa) sia le strategie necessarie a tutelare e rilanciare dal punto di vista sociale, scientifico ed economico i suoi prodotti per cui oggi l’Italia può vantarsi di avere l’unico formaggio al mondo oltre i prodotti caseari ovini, caprini e bovini.