Economia Sarda

Nel 2018 i dati Istat suggerivano un’accelerazione inattesa. Una crescita importante, che incorona il 2018, con molta probabilità, come il terzo anno per performance generale dell’economia sarda dell’ultimo ventennio (dopo il 2001 e il 2015). Il 2020, invece, si apre all’insegna della stagnazione e si annuncia non facile per l’economia isolana. Non possiamo permetterci che le incognite e le incertezze della congiuntura internazionale si saldino con le criticità irrisolte del contesto regionale: la continuità aerea e marittima, i ritardi nella programmazione regionale, la confusione in materia di energia, la definizione di un programma di politica industriale a supporto dell’apparato produttivo isolano”. Con queste parole Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, presidente e segretario regionali della CNA Sardegna, commentano l’ultimo report del loro Centro studi.

Il rapporto rileva come l’incertezza che grava sul contesto generale abbia pesato, nel corso del 2018, anche sulle dinamiche dell’economia regionale. In base all’analisi della Confederazione, le stime del Pil regionale per il 2019 propendono per un anno di sostanziale stagnazione, in linea con le ultime indicazioni per il Pil Nazionale (+0,2%) e per il Pil del Mezzogiorno (-0,2%). Il rallentamento economico tocca vari settori: l’export, il turismo e le costruzioni.

Nel dettaglio, alla fine del 2019 il numero di imprese attive è risultato pari a 143.122, 177 in meno rispetto a fine 2018 (calo del -0,1%). Negativa la dinamica delle imprese industriali e delle imprese commerciali. Le indicazioni restano poco positive per le imprese di costruzioni. Calano occupati e numero di imprese attive artigiane. Si registra, infine, si registra un rallentamento delle volumetrie complessive dei permessi residenziali(per gli ampliamenti, in particolare), indicatore che suggerisce un indebolimento del comparto edilizio.

Nei primi nove mesi del 2019 le esportazioni hanno subito una contrazione del 2% in valore, un calo che si accentua (-5,9%) quando si elimina dal computo il settore petrolifero.

Frena il miglioramento del mercato del lavoro. Nella media del 2018 gli occupati erano cresciuti in maniera significativa (+3,5%), crescita che non si è confermata nella media dei primi nove mesi del 2019 (+0,9%). Positivo solo il dato dei servizi (+7%); l’occupazione negli altri settori è diminuita, in maniera allarmante nelle costruzioni (-17%) e nell’industria (-11,7%).

Segnali di una leggera frenata arrivano anche dal settore turistico. Da una crescita media di quasi il 9% tra 2014 e 2018, l’anno passato gli arrivi dovrebbero essere aumentati “solo” del 4%. Il rallentamento ha riguardato soprattutto la componente straniera (+3,9% contro il +10,5% del 2018).