Un emendamento all’articolo 10 del decreto mille proroghe (D.L. n. 194/2014), approvato in commissione finanze alla Camera dei deputati estende, per tutto il 2015, il regime dei minimi ora abrogato che prevedeva l’applicazione dell’aliquota del 5% per tutte le imprese e professionisti che, oltre ad avere una scarsa dotazione di beni strumentali, dichiarano un volume di ricavi inferiore ai 30 mila euro (cfr articolo 27 commi 1, 2 e 7 del D.L. n. 98/2011).  Pertanto, secondo questo emendamento nel 2015 conviveranno due regimi:

  1. le nuove imprese e professionisti nati nel 2015, esercitando la scelta, potranno applicare il vecchio regime del minimi che prevede l’applicazione dell’aliquota del 5% se, oltre ad avere la dotazione minima di struttura prevista, dichiarano un volume di ricavi inferiore a 30 mila euro (cfr articolo 27 commi 1, 2 e 7 del D.L. n. 98/2011);
  2. le restanti imprese e professionisti potranno beneficiare del nuovo regime dei minimi che prevede l’applicazione dell’aliquota del 15% se, oltre ad rispettare i requisiti di struttura, dichiarano un volume di ricavi inferiore ai limiti differenziati per attività, compresi tra 15 mila e 40 mila euro (cfr articolo 1, comma 54 e seguenti della legge n. 190/2014).

Continueranno, inoltre, ad applicare il vecchio regime dei minimi che prevedeva l’applicazione dell’aliquota del 5% entro il limite di fatturato di 30 mila euro, anche tutti coloro che hanno maturato tale diritto nascendo entro il 31 dicembre 2014.

E’ evidente che l’emendamento, qualora fosse approvato dalla Camera dei deputati nella versione attuale, non risolve assolutamente i problemi legati alla nascita di un nuovo regime forfetario che, da subito, la CNA ha ritenuto inadeguato allo scopo di concedere effettivi benefici di semplificazione alle imprese (vedi lo studio dell’Osservatorio CNA sulla tassazione delle piccole imprese: “Nuovi forfetari alla ricerca delle opportunità perdute”). Anche perché, proprio per il fatto che le novità introdotte dalla legge di stabilità si conoscevano da tempo, chi doveva aprire una nuova attività l’ha già fatto nei mesi di novembre e dicembre 2014. Quanto sostenuto è confermato dai dati riguardanti la nascita delle nuove imprese individuali e attività professionali pubblicati dall’osservatorio della partite Iva del dipartimento delle finanze del Mef. E’ vero, infatti che, ad esempio, nel mese di dicembre 2014 sono state aperte 76.336 nuove partite Iva facendo registrare un + 203,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, di cui 51.376 soggetti hanno aderito al regime di vantaggio che sarebbe stato abrogato. Proprio per questi motivi, riteniamo che dopo l’approvazione definitiva dell’emendamento occorra intervenire nella disciplina del nuovo regime prevedendo:

  1. l’aumento di tutte le soglie di ricavi previste per l’accesso al regime;
  2. la riduzione dell’aliquota del 15% prevista.

Le piccole imprese e professionisti meritano delle risposte di lungo termine con un regime che porti degli effettivi benefici in termini di riduzione degli adempimenti senza per questo dover pagare maggiori tributi rispetto alla tassazione che normalmente subiscono.