Si è svolta il 25 luglio al Tempio di Adriano, a Roma, l’assemblea elettiva di CNA Impresa Donna. Maria Fermanelli è stata eletta presidente. 

Nel corso dell’assemblea, alla quale ha partecipato il presidente nazionale, Daniele Vaccarino, e che si si è aperta con una performance sul tema dell’”unicità”, sono stati presentati i risultati dell’indagine sulla conciliabilità dei tempi di vita e di lavoro delle donne, condotta da CNA Impresa Donna in collaborazione con le Università La Sapienza e Tor Vergata di Roma.

L’Italia, si legge nell’indagine, è tra i Paesi dove rimane elevata la propensione per l’auto-impiego complice anche la crisi economica. L’incidenza di imprenditrici e lavoratrici autonome  è infatti ben al di sora della media dei paesi OCSE. È però sulla facilità di mettersi in proprio che i nodi vengono al pettine: esiste sotto questo fronte un gap, sia con riferimento all’appartenenza di genere che al paese di riferimento.

A incidere sul tasso di occupazione femminile è il costo dei servizi sostitutivi del lavoro domestico e per la cura dei figli. Nell’ambito degli studi sulla conciliazione famiglia-lavoro uno dei modelli più utilizzati è quello del work-family conflict (WFC). Il principio è presto detto: a mettere in conflitto attività lavorativa e impegni domestici sarebbero, secondo questo modello, le difficoltà di rispondere simultaneamente alle differenti richieste provenienti dai due ambiti. Ecco spiegato perché ci sia un’alta mortalità delle micro imprese femminili in concomitanza con la nascita di figli o della cura di anziani.

Tra le proposte di CNA Impresa Donna per migliorare la conciliazione tra lavoro e famiglia, la richiesta di rendere detraibile una parte delle spese sostenute per l’acquisto dei servizi che il legislatore riterrà meritori di agevolazioni. CID chiede poi di riaprire ai progetti che consentano la sostituzione del titolare di impresa o del lavoratore autonomo, che benefici del periodo di astensione obbligatoria o dei congedi parentali, con altro imprenditore o lavoratore autonomo. Secondo CNA Impresa Donna, poi, non è più rinviabile una riforma dell’indennità di accompagnamento, attraverso l’introduzione della possibilità di scegliere tra prestazioni monetarie e servizi alla persona.

L’imprenditoria femminile sta crescendo nel mondo della piccola impresa e dell’artigianato e salutiamo con favore anche l’aumento delle donne imprenditrici che entrano in CNA e partecipano con entusiasmo alla vita associativa. La cosa più bella che potrà accadere sarà quando le donne imprenditrici decideranno di chiudere CNA Impresa Donna: vorrà dire che si è raggiunta quella parità che si sta cercando di perseguire” ha detto il presidente nazionale Daniele Vaccarino.

Maria Fermanelli, nel suo discorso di insediamento ha posto l’accento sulle “tante energie delle donne imprenditrici, portatrici di uno sguardo innovatore e alla trasversalità. Vengo da un’esperienza nella presidenza nazionale e ho avuto anche ruoli nel settore alimentare: in queste occasioni ho avuto modo di cogliere la ricchezza del nostro mondo imprenditoriale e credo che oggi uno sguardo di genere sarebbe d’aiuto alla crescita e al cambiamento che la CNA si sta dando. L’associazione in questi anni sta provando a ripensare il modo di fare rappresentanza a reincarnare il modello associativo. Sappiamo quanto sono in crisi i modelli del passato: oggi siamo di fronte a sfide epocali. In questo caso la crisi paradossalmente può essere catalizzatore e sostegno al cambiamento. Chi è sopravvissuto ha gli anticorpi e voglia di fare, può affrontare le sfide che le nuove tecnologie ci stanno ponendo. Mi sento orgogliosa portatrice di questo sguardo di genere. Affrontiamo oggi le sfide di cambiamento che ci siamo date” ha concluso Fermanelli.

La presidenza di CNA Impresa Donna:

Presidente: Maria Fermanelli

Mary Capodieci

Nicolina Anna Maria Cirelli

Maria Rosaria D’Agostino

Emilia Esposito

Cinzia Fabris

Luciana Ferrone

Paola Ligabue

Grazia Pingaro

Benedetta Rasponi

Elena Razzano

Debora Spagnesi

Mariella Triolo

Rosanna Ventrella