Ampliare l’offerta formativa mediante stage, tirocini e le diverse forme di percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto). È questo l’obiettivo del protocollo d’intesa sottoscritto da CNA e dalla Rete nazionale degli istituti alberghieri (Renaia). L’accordo è stato presentato oggi all’Isis F. Enriques di Castelfiorentino alla presenza di Francesca Petrini presidente nazionale CNA Agroalimentare, Barbara Degl’Innocenti, dirigente scolastico dell’istituto, Alessio Falorni sindaco di Castelfiorentino e presidente dell’Unione di comuni Empolese e Valdelsa, Alessandra Nardini, Assessora regionale all’Istruzione e alla Formazione, Lorenzo Pierazzi dell’Ufficio Scolastico Regionale; Luigi Valentini presidente di Renaia, Luca Tonini, presidente di CNA Toscana, Sabrina Fattorini presidente regionale CNA Agroalimentare, Andrea Panchetti presidente regionale del mestiere Dolciari e Panificatori di CNA Toscana e Mirko Bueti della Funzione Strumentale Pcto Isis F. Enriques.

Il Protocollo ha come scopo la collaborazione fra CNA Agroalimentare e Renaia per dare, secondo le rispettive competenze, piena e puntuale esecuzione ad azioni di ampliamento dell’offerta formativa mediante stage, tirocini e le diverse forme di Pcto.

Il documento promuove la riduzione delle distanze tra istruzione e formazione ed esigenze del mondo imprenditoriale attraverso la progettazione e la realizzazione concordata di momenti di alternanza studio-lavoro nell’ambito dei processi formativi.

CNA Agroalimentare si rende disponibile a promuovere l’accoglienza presso le strutture associate degli studenti degli istituti professionali per l’enogastronomia, iscritti alla rete nazionale Renaia, ben 200 in tutta Italia, in percorsi Pcto e tirocinio per la formazione e l’orientamento.

Sarà inoltre favorito l’inserimento degli studenti in laboratori di settore al fine di affinare e consolidare le competenze tecniche dei ragazzi. Oltre a questo saranno promosse tutte le iniziative per favorire lo sviluppo sui territori di iniziative di interscambio tra mondo della formazione e del lavoro attraverso la creazione di reti funzionali tra istituzioni scolastiche, centri di formazione professionale e filiere produttive.

L’accordo si propone infine di orientare e agevolare le scelte professionali dei giovani attraverso la conoscenza diretta del mondo del lavoro anche grazie ad apposite iniziative di orientamento e familiarizzazione svolte presso gli istituti scolastici a opera delle strutture territoriali aderenti a CNA.

“Il protocollo siglato tra CNA e Renaia segna l’inizio di una importante collaborazione”, spiega Francesca Petrini. “I dati nazionali ci dicono che il 68% dei giovani che cercano il primo impiego lo trova in una impresa artigiana quindi più di uno studente su due al termine della scuola passa dalle nostre imprese per entrare nel mondo produttivo. Questo acquista maggiore importanza se si pensa che le nostre imprese hanno una funzione di presidio sociale, sono importanti per rafforzare il senso di appartenenza delle reti di comunità e quindi l’artigiano per molti giovani non è solo un datore di lavoro ma è molto di più”.

L’85% delle imprese artigiane e Pmi sta cercando personale e non riesce a trovarlo, mentre il 72% degli studenti sarebbe felice di provare, durante il percorso formativo, un’esperienza in azienda”, ha affermato Luca Tonini. “Il protocollo firmato oggi spero sia la partenza di un percorso che vede CNA e tutto il mondo imprenditoriale aprire le porte delle aziende e fare in modo che le scuole possano entrarvi. Abbiamo bisogno dei giovani e a loro come associazione prestiamo grande attenzione”.

Dobbiamo cambiare la nostra prospettiva, quando facciamo colloqui di lavoro non dobbiamo descrivere la nostra azienda, il nostro progetto di lavoro, ma dobbiamo spiegargli come la nostra attività può essere utile per portare a compimento il loro progetto di vita”, ha sottolineato nel suo intervento Andrea Panchetti, presidente regionale Dolciari e Panificatori di CNA Toscana. “Dobbiamo cambiare prospettiva e pensare a chi lavora nelle nostre imprese non come un dipendente, ma come un collaboratore”.