Una giornata di mobilitazione unitaria per chiedere risposte certe al Governo indetta dalle sigle dell’autotrasporto Fita Cna, Confartigianato Trasporti e Fai, riunite nella Unatras.

È quella in programma per sabato 18 marzo in tutto il Paese, ma che in Umbria, considerata la peculiare situazione conseguente al terremoto, non prenderà la forma di tir-lumaca o sit-in di protesta presso i nodi stradali, limitandosi ad azioni di informazione attraverso i media.

“Anche se non metteremo in atto azioni ‛visibili’ – affermano Giorgio Spinetti e Fabiano Coletti, della Cna – condividiamo in pieno i motivi della protesta, dovuti alla mancanza di risposte su questioni decisive per la sopravvivenza del sistema delle imprese di autotrasporto nazionale. A cominciare dalla necessità di rilanciare e mettere a regime il portale della regolarità dell’autotrasporto gestito dall’albo nazionale e attivare azioni di contrasto efficaci e coordinate con quelle di altri Paesi europei contro la concorrenza estera sleale ed illegale e contro qualsiasi forma di abusivismo”.

Ma i problemi dell’autotrasporto non finiscono qui. “Sul tappeto – aggiungono Stefano Boco e Marco Barberini per Confartigianato – ci sono anche la determinazione mensile dei costi indicativi di esercizio dei diversi servizi di trasporto e l’ottenimento di sanzioni effettive e norme disincentivanti per chi non rispetti i tempi di pagamento dei servizi di trasporto”.

“Non solo – proseguono Vittore Fulvi e Carlotta Caponi del Fai -. Bisogna procedere allo sblocco del rilascio delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali, semplificando gli adempimenti a carico delle imprese e garantire il pieno funzionamento delle Motorizzazioni Civili”.

“Il Governo – affermano gli esponenti delle diverse sigle – continua a non dare risposte su queste e altre questioni sollevate a più riprese nei tavoli unitari. Siamo di fronte al malcontento di tanti piccoli e medi imprenditori costretti a fare i conti con una normativa complessa e inapplicata e con garanzie insufficienti. In ballo c’è la stessa sopravvivenza di un sistema nazionale di aziende di autotrasporto e quindi di una fetta importante del Pil italiano. Se le risposte attese non arriveranno – concludono –  anche in Umbria saremo costretti a ricorrere alle azioni alle quali, per ora, abbiamo responsabilmente rinunciato”.