Pnrr e Superbonus, transizione ecologica e rapporti con le banche. Sono stati davvero tanti i temi toccati nel dibattito che ha animato l’assemblea di CNA Modena, che ha visto protagonisti il segretario generale della Confederazione, Otello Gregorini, il presidente dell’Associazione Territoriale, Claudio Medici, il vicedirettore del Corriere della Sera, Federico Fubini.

Un confronto che ha avuto una premessa nella fotografia scattata da Medici all’economia modenese, che, per quanto ancora vitale, palesa diversi elementi di preoccupazione legati soprattutto agli elementi di incertezza legati al contesto sia globale che nazionale. A cominciare dal Pnrr, rispetto al quale Fubini ha individuato fattori di ottimismo – a esempio, la possibilità di estendere oltre il 2026 i termini per l’impiego delle risorse – ma anche elementi negativi, come l’assenza di quelle riforme che sarebbero necessarie per sfruttare tutte le potenzialità del Piano. Considerazioni condivise anche da Gregorini, che però ha lamentato lo scarso coinvolgimento del mondo delle piccole imprese: “Il 99% delle imprese italiane ha meno di cinquanta dipendenti, il 70% di queste meno di 15. Sono imprese che hanno bisogno di coerenza, di certezze e che vogliono essere parte attiva nelle dinamiche di sviluppo del Paese”.

Si è parlato anche di transizione ecologica, rispetto alla quale Fubini ha manifestato preoccupazione per “un processo irreversibile e che rischia di penalizzarci sul fronte tecnologico, dove siamo drammaticamente in ritardo”.

“Rispetto alla transizione – ha sottolineato il nostro segretario generale – abbiamo presentato proposte concrete mirate a favorire l’autoproduzione con l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti di oltre 100mila imprese nella logica di abbattere le spese dell’energia elettrica. Constatiamo però che il miliardo e mezzo previsto per finanziare questo intervento è stato spalmato su altre misure. Di questo non siamo soddisfatti. Abbiamo elaborato una proposta seria e di buon senso e pretendiamo che questa abbia la giusta attenzione. Siamo quotidianamente in contatto con il ministero competente affinché questa sia garantita”.

Si è poi parlato delle mutazioni economiche che coinvolgono anche il nostro sistema produttivo. A partire dalle dinamiche che coinvolgono uno dei nostri più importanti partner commerciali come la Germania, la cui produzione è inferiore del 14% rispetto ai picchi del 2017, come ha sottolineato Fubini: “Nel prossimo futuro dovremo mettere in conto la perdita di punti nel manifatturiero, ma sono punti che possono essere recuperati in altri ambiti, a esempio con il turismo, un’opportunità per l’intero territorio nazionale”.

Per ultime, ma non ultime, il Superbonus e le banche, due vicende tra loro collegate, “perché – ha rilevato il vicedirettore del Corriere della Sera – gli istituti di credito sono stati coloro che hanno permesso di convertire in moneta questi crediti fiscali. Credo che saranno proprio le banche la via di uscita per risolvere la questione dei crediti incagliati, ma anche in questo caso, come già accaduto per i tassi di interesse, sarà un’operazione che andrà a loro vantaggio, anche perché il governo farà di tutto per far sì che questi crediti fiscali non si trasformino in debito pubblico”.

Anche nei rapporti con le banche – ha ribadito Gregorini – è evidente come sia privilegiata la grande impresa. Lo dimostra la prova di forza del governo a proposito della tassazione degli extraprofitti, finita come tutti sappiamo. Dobbiamo avere la consapevolezza del ruolo fondamentale che gli istituti di credito hanno nel nostro Paese. Da un lato dobbiamo continuare sulla strada intrapresa storicamente con quelle che erano le cooperative di garanzia, dall’altro individuare quelle istituzioni finanziarie che possono dare una mano alle piccole imprese. Mi piace ricordare a questo proposito – ha concluso il nostro segretario generale – il marchio Artigiancassa attorno al quale stiamo sviluppando un progetto per supportare le nostre imprese in ambito finanziario”.