Ancora in aumento, nel 2014, in Emilia-Romagna, le imprese condotte da lavoratori immigrati che, nonostante la crisi economica, fanno registrare una crescita del 3,1% rispetto l’anno precedente portandosi a 47.156 unità. Il 10,2% del totale delle imprese operanti sul territorio. Il 9% delle imprese degli immigrati presenti a livello nazionale. Percentuale che colloca la nostra regione al quarto posto dietro solo a Lombardia (19,0%), Lazio (12,8%) e Toscana (9,5%).

Questi i dati di sintesi più significativi, per l’Emilia-Romagna, forniti dalle anticipazioni del Rapporto Immigrazione e Imprenditoria 2015, che il Centro Studi e Ricerche IDOS sta curando, con il supporto della CNA e di MoneyGram, e che verrà presentato nel prossimo autunno.

Dati sostanzialmente in linea con quelli evidenziati dalle anticipazioni al rapporto a livello nazionale con le imprese condotte da lavoratori immigrati che, dopo un aumento di oltre 43mila unità tra il 2011 e il 2013 (+9,5%), crescono anche nel 2014 di quasi 28mila unità (+5,6% sull’anno precedente), superando complessivamente il mezzo milione di imprese (precisamente 524.674) pari all’8,7% sul totale delle imprese registrate nelle Camere di Commercio (6.041.187).

“Siamo di fronte a numeri che confermano il trend in crescita e, oltre ad agganciare i primi segnali di ripresa, dimostrano una volontà di integrazione e di emersione dal sommerso che va sostenuta e incoraggiata”. E’ questa la prima positiva valutazione di Paolo Govoni Presidente di CNA Emilia Romagna.

A trainare la crescita delle attività imprenditoriali a livello nazionale, è il settore dei servizi che, con 22mila imprese in più rispetto al 2013 (+7,5%), copre l’80% dell’intera crescita annuale.

Il commercio (oltre 188mila imprese registrate alla fine del 2014, il 35,8% del totale), insieme all’edilizia (quasi 128mila, 24,3%) continua a rappresentare il principale ambito di attività. È però nel comparto del noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese che, per la prima volta nel 2014, si registra la più alta incidenza delle imprese a conduzione immigrata sul totale: 15,4%, un valore quasi doppio rispetto alla media (8,7%) e superiore anche a quello dell’edilizia (14,8%). Come a dire che oggi, in Italia, oltre 1 impresa ogni 7 di quelle operanti nei due comparti è gestita da lavoratori immigrati.

La distribuzione territoriale evidenzia la netta concentrazione nelle aree centro-settentrionali, dove le imprese condotte da immigrati operano in più dei tre quarti dei casi (77,8%) e hanno un’incidenza media sull’insieme delle imprese iscritte nelle locali Camere di Commercio di un decimo (10,1%).

Riguardo ai diversi gruppi nazionali, a distinguersi per il maggior numero di cariche imprenditoriali all’interno delle imprese individuali continuano ad essere i marocchini, con  il 15,2% delle cariche (complessivamente 427mila, secondo i dati Sixtema/CNA), tradizionalmente concentrati nel commercio (74,1%). Seguono cinesi e romeni (11,2% ciascuno): i primi distribuiti soprattutto tra il comparto commerciale (40,9%), quello manifatturiero (34,9%) e i servizi di alloggio e ristorazione (12,1%), i secondi fortemente concentrati nell’edilizia (66,5%).

Riguardo ai più accentuati ritmi d’aumento i primi sono, invece, i bangladesi, che, continuando il trend positivo dell’ultimo quinquennio, nel 2014 hanno fatto registrare una crescita del +28,3% (ovvero quasi 6mila titoli in più) delle cariche loro intestate nell’ambito di imprese individuali). Notevole anche l’aumento dei pakistani e dei nigeriani (rispettivamente +19,9% e +19,1%).