Sull’onda emotiva delle urgenti misure di sostegno alle categorie produttive in piena emergenza pandemica, l’anno scorso il Comune di Catania stabilì una intesa con la Regione Siciliana per la riduzione della Tari del 60% alle attività economiche. I titolari delle utenze non domestiche, ossia di attività artigianali o commerciali, poterono fruire del consistente taglio nel periodo che andava dal primo marzo al 31 dicembre scorso. Una importante misura di agevolazione tributaria e, in qualche modo, di riequilibrio per gli ingenti danni procurati dalle necessarie misure di contrasto al Covid-19, in primo luogo il lockdown.
Per una dimenticanza, però, delle 42 categorie potenzialmente beneficiarie individuate dall’Arera solo una fu esclusa dalla delibera della giunta comunale, attuata proprio per fare fronte alla crisi delle attività economiche: quella dell’autoriparazione carrozzerie, autofficine, gommisti.
CNA Catania, Upla Claai Catania, Casartigiani Catania e Confartigianato Catania chiedono quindi a Palazzo degli Elefanti di porre in campo una forma di compensazione per chi, per un mero errore tecnico, ha dovuto pagare la Tari 2020 senza agevolazione alcuna, pur avendone pieno diritto.
“Una scelta politica avveduta – sottolineano le associazioni – si è purtroppo trasformata in amara beffa per una quota parte degli artigiani catanesi. Chiediamo al Comune di provvedere immediatamente e di impegnarsi a compensare nel 2021 il legittimo sconto di cui gli artigiani non hanno potuto fruire. Si tratterebbe di un atto di giustizia che darebbe respiro a tanti piccoli imprenditori esclusi incomprensibilmente fino a oggi da quasi tutti gli aiuti messi in campo sia dal governo nazionale che da quello regionale e su cui grava l’ulteriore costo dello smaltimento dei rifiuti speciali. In assenza di immediate risposte concrete saremo costretti alla mobilitazione di piazza”.