Marche, in calo nel 2015 le famiglie sotto la soglia della povertà. Una diminuzione, quella delle famiglie indigenti, che nella nostra regione prosegue dal 2012 quando si trovava in condizioni di difficoltà economica il 13,3 delle famiglie marchigiane. Alla fine del 2015 a trovarsi in questa condizione era il 7,6 per cento dei marchigiani rispetto al 9,9 per cento dell’anno precedente. In Italia le famiglie povere sono il 10,4 per cento, in lieve crescita rispetto al 2014.

Ad affermarlo un’indagine del Centro Studi Cna Marche su dati Istat. Il record delle famiglie povere si ha in Calabria con il 28,2 per cento. Seguono la Sicilia con il 25,3 per cento e la Basilicata con il 25 per cento. La statistica sulla povertà è l’ennesima fotografia di un paese spaccato, con la Lombardia che ha il minor numero di famiglie povere (4,6 per cento) con l’Emilia Romagna (4,8) e il Veneto (4,9). Con le Marche che stanno nel mezzo, all’undicesimo posto della classifica regionale.

“Non stiamo parlando dei barboni e dei senzatetto che vivono ai margini della società ma” spiega il presidente di Cna Marche Gino Sabatini “di famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese. Si tratta di persone che non riescono a risparmiare né tanto meno a sostenere spese impreviste, spesso sono costretti a posticipare il pagamento di mutui, affitti e bollette. Non possono permettersi una vacanza di almeno una settimana, rinviano l’acquisto dell’auto o di un bene per la casa, risparmiano sulle spese di riscaldamento e rinunciano agli interventi di manutenzione della propria abitazione. Infine risparmiano anche sulle spese mediche e su quelle alimentari, potendosi permettere di mangiare carne solo una volta a settimana”.

Le famiglie sono considerate dall’Istat in condizioni di povertà relativa se si trovano al di sotto di certi redditi mensili: 630 euro per un single e 1.050 euro per un nucleo di due persone, che salgono a 1.397 euro per famiglie con tre componenti e a 1.713 euro per quattro componenti.

Poveri. Alla prese con l’arduo compito di far quadrare un magro bilancio familiare. A vivere questa situazione di disagio economico sono 31.383 famiglie per un totale di 87.875 marchigiani. A stare peggio, tra le famiglie povere, sono quelle con figli minori e quelle più numerose. Inoltre la povertà aumenta se il capofamiglia non ha un titolo di studio o si ferma alla licenza elementare. Le famiglie povere  in questa situazione sono il triplo di quelle con il capofamiglia diplomato o laureato. Infine, ed è una triste conferma, la diffusione dell’indigenza e della povertà è decisamente più elevata tra le famiglie con stranieri e soprattutto tra quelle formate da soli stranieri.

“Registriamo con soddisfazione” afferma il direttore del Centro Studi Sistema Giovanni Dini “il fatto che sembra essersi fermata la corsa all’impoverimento delle famiglie marchigiane. Ma la crisi morde ancora troppe persone, soprattutto quelle con figli piccoli. A costoro vanno riservate politiche di sostegno al reddito e di aiuto attraverso incisive forme di assistenza sociale. Per aiutare le famiglie ad uscire dalle difficoltà  economiche, è inoltre fondamentale aiutare le piccole e medie imprese a creare nuovi posti di lavoro per dare un reddito ai troppi  che ancora ne sono sprovvisti e sopravvivono grazie alle pensioni dei nonni e dei genitori”.