“Limitarsi a contare i danni attribuendo la responsabilità ai mutamenti climatici serve a poco. Non è più un esercizio istituzionalmente comprensibile e giustificabile”. I vertici di CNA Sicilia invocano un piano di interventi mirato e tempestivo per prevenire che fenomeni naturali, come quello che stiamo vivendo legato all’eccessiva ondata di calore, possano produrre effetti devastanti per le comunità e per il tessuto produttivo. “Nella nostra Isola siamo di fronte ad uno scenario quasi apocalittico – affermano il presidente Nello Battiato e il segretario Piero Giglione – fiamme, fuoco, devastazioni, vittime, abitazioni e attività evacuate, black out di energia elettrica, collegamenti viari a rischio e scali aeroportuali fuori uso o parzialmente praticabili. Un’emergenza in piena regola che sta mettendo in ginocchio un’intera regione e un’intera economia: lutti e ingenti danni all’ambiente, al patrimonio immobiliare e alle aziende. La prevenzione deve essere la parola d’ordine di chi ha responsabilità di governare i territori, sia nel periodo invernale che nel periodo estivo, e non può che trovare origine attraverso un preciso indirizzo politico adeguato e lungimirante, capace quanto meno di limitare gli effetti drammatici di calamità naturali che, sempre con maggiore frequenza, si ripetono. La richiesta dello stato di emergenza da parte del presidente della regione, Renato Maria Giuseppe Schifani – proseguono Battiato e Giglione – è un primo importante passo per potere ottenere dal governo nazionale le risorse necessarie per far fronte allo scempio a cui stiamo assistendo. Ma la CNA siciliana – concludono i vertici della Confederazione – invita la giunta regionale a istituire un Tavolo permanente, con il coinvolgimento delle Associazioni di categoria, per comprendere meglio e più a fondo come operare e agire nell’ottica della prevenzione. Fermo restando che, avendo il polso della reale situazione rispetto alle dinamiche collegate alle imprese, le Associazioni possano offrire il proprio fattivo contributo anche in chiave di quantificazione dei danni subiti nei territori”.