Intercettare le risorse europee per gli interporti italiani

Si è tenuta in videoconferenza l’audizione informale di CNA Fita presso la IX Commissione Trasporti della Camera dei deputati riguardante la proposta di Legge quadro in materia di interporti.

“Dopo 30 anni dalla Legge n°240/90 che regolarizzava la realizzazione degli interporti, risulta ormai necessario un aggiornamento della norma per migliorarne e aumentarne l’efficienza – si legge nel documento presentato in audizione- A trent’anni dalla loro realizzazione le potenzialità degli interporti sono evidenti: la loro collocazione ottimale velocizza il servizio di trasporto aumentando la produttività e diminuendo i costi. Gli interporti, inoltre, offrono maggior sicurezza dei trasporti, soprattutto nelle lunghe distanze e un minor impatto ambientale, offrendo collegamenti alternativi alla gomma”.

Per CNA Fita la legge quadro in materia di interporti dovrebbe prevedere un impegno specifico per intercettare le risorse della programmazione europea ed in particolare quelle relative alle reti Trans europee (TEN – T). La norma in discussione, pertanto, dovrebbe favorire la presentazione di progetti “classificati di interesse comune” che, utilizzando apposite risorse, contribuiscano anche a migliorare i collegamenti esistenti nonché a realizzarne di nuovi rendendo più fluido, sostenibile ed efficiente il trasporto merci intermodale.

Ferme restando la volontà di favorire l’intermodalità, migliorare ed incrementare l’efficienza e la sostenibilità dei flussi di trasporto attraverso lo sviluppo degli interporti, CNA Fita ritiene che l’efficienza e la sostenibilità dei flussi di trasporto passi necessariamente attraverso una costante attenzione alla viabilità di collegamento. Attualmente in Italia sono operativi 24 interporti collocati in posizione ottimale in quanto intersecano le quattro reti transeuropee dei trasporti che attraversano l’Italia. “Ma a destare preoccupazione – si legge nel documento – sono i collegamenti stradali interni che rappresentano una vera e propria ‘spada di Damocle’ che rischia di decapitarne le loro potenzialità di attrazione. La norma in discussione, perciò, dovrebbe concentrarsi maggiormente sulle loro condizioni per migliorarne i flussi di  collegamento. Va quindi favorita ed accelerata la messa in sicurezza di tutte le infrastrutture viarie che costituiscono le arterie che permettono di raggiungere gli interporti”.

A tal fine CNA Fita propone di inserire nella legge in discussione il monitoraggio della viabilità di collegamento e la promozione di iniziative che garantiscano la regolare circolazione delle merci.

Propone, infine, un coinvolgimento diretto delle associazioni dell’autotrasporto nel Comitato nazionale per l’intermodalità e la logistica previsto dalla legge in discussione.