Un vero e proprio benservito. Non è possibile commentare diversamente l’azione che una nota multinazionale americana che in Italia ha sede in provincia di Brescia sta conducendo nei confronti dei propri centri autorizzati di assistenza tecnica che si sono visti recapitare in questi giorni una lettera a firma del Senior Manager Consumer Service Italy nella quale si comunica la volontà dell’azienda di recedere, a partire dal prossimo 30 settembre, dall’accordo di collaborazione per la prestazione di servizi di assistenza tecnica e dagli accordi integrativi per lo svolgimento di assistenza in garanzia a volte sottoscritti o rinnovati non più tardi di 1 anno fa. La motivazione starebbe nel processo di riorganizzazione che la sede italiana di questa multinazionale sta affrontando a livello europeo dopo l’acquisizione di un gruppo italiano. La lettera termina ricordando ai CAT sia i loro “debiti” nei loro confronti  per la fornitura di pezzi di ricambio, sia il loro “obbligo” di portare a termine tutte le riparazioni già prese in carica pena il dover intraprendere le azioni più opportune a tutela dell’azienda e del consumatore.

In pratica, al danno si aggiunge anche la beffa. La riorganizzazione viene sostanzialmente fatta pagare ai CAT, molti dei quali con rapporti di collaborazione quasi trentennali con l’azienda in questione, senza alcuna considerazione circa la sorte dei CAT e dei loro dipendenti. Un caso da manuale sul come certe multinazionali intendono il rapporto con le imprese che in questi anni gli hanno sostanzialmente garantito il collegamento con i clienti finali. A questo proposito sarà sicuramente interessante sapere cosa ne pensano proprio i clienti finali, quelli che acquistano i prodotti con il marchio di questa multinazionale, che per farseli riparare devono ricorrere a centri di assistenza tecnica esterni alla multinazionale stessa e che, grazie alla propria serietà professionale, contribuiscono concretamente a valorizzarne il marchio. Un marchio che con questa vicenda perde decisamente molto del suo appeal.