“Vivaci, motivati, pronti a scommettere su se stessi negli ambiti più disparati. Ecco il profilo dei 10 giovani che hanno avviato il percorso formativo gratuito previsto dall’Incubatore Sociale d’Impresa promosso da Socialnet, la onlus di CNA. Hanno tra i 20 ed i 38 anni, in maggioranza sono donne, tra di essi anche uno spagnolo ed una giovane appena tornata dal Texas. 

“L’Incubatore Sociale si conferma un’ottima idea: un’opportunità per far crescere giovani imprenditori in erba con idee e creatività. Al momento sono tutti disoccupati o con impieghi precari, ma l’intraprenza a loro non manca e CNA è determinata a sostenerli trasferendo loro capacità di prendere rischi calcolati per portare un’idea sul mercato e creare valore aggiunto”. Franca Binazzi, Presidente provinciale CNA, valuta così i primi passi dell’incubatore sociale d’impresa. L’idea è stata messa a punto da Socialnet di CNA in collaborazione con Comune di Arezzo, Caritas e Camera di Commercio.

“Lo staff di formatori e consulenti li sta adesso accompagnando nella “messa in moto” della loro idea e chissà che non nasca tra di essi una rete d’impresa vista la complementarietà di alcuni progetti. Terminato il percorso, uno di essi si aggiudicherà il furgoncino donato al progetto dall’Associazione OASI.

Alcuni esempi.

Enrique Moya ha ipotizzato un circolo di belle arti con caffè letterario sul modello del Circulo Bellas Artes di Madrid, sua città natale. “Mi è sempre piaciuto insegnare e grazie alla collaborazione dell’Istituto d’arte ho aperto una ‘scuola serale’ sul disegno dal vero. Lavoro anche con bambini, perfino delle scuole dell’infanzia e con ragazzi disabili. Penso ad una struttura nella quale si viene per imparare ed esercitarsi. Ma anche per stare insieme, parlare, studiare. E poi, perché no, la possibilità di una piccola struttura tipo bar per una caffetteria letteraria”.

Con Liza Tanganelli si passa dall’arte all’ambiente: “mia madre e mia sorella gestiscono un maneggio nel comune di Civitella. Io, su questo terreno di famiglia, vorrei ampliare le attività. Il primo passo? La produzione di miele finalizzata non tanto all’alimentazione quanto, appunto, all’apiterapia e cioè all’utilizzazione del miele a fini terapeutici. Poi i fiori, cioè l’iris per profumi e liquori ed infine le lumache per uso non alimentare ma cosmetico. Il tutto, se mi riuscirà, nel contesto di una fattoria didattica”.

Con Gaia Bonsignore si arriva alle nuove tecnologie. Otto anni in Texas dove ha appreso le tecniche di videomaker. “Penso alla produzione di video e tutorial per aziende, scuole, enti pubblici a scopo educativo e promozionale. Soprattutto alla valorizzazione di siti letterari e cinematografici. Insomma una promozione a ciclo completo di un territorio. Con un ‘bacino’ che non è ovviamente solo quello locale o regionale”.

Chiara Barbagli, infine, propone un progetto per migliorare l’offerta ai clienti degli agriturismi: “mettere a disposizione programmi personalizzati di attività a seconda dei gusti e dei bisogni dei clienti fuori dai circuiti tradizionale. Quindi arte, ambiente, eccellenze agro alimentari, eventi, folklore. La progettazione può essere delle singole strutture di ospitalità ma anche delle associazioni che le rappresentano.