Esistono una dimensione e uno spazio sociale per i trattamenti estetici? Se lo sono chiesti i partecipanti all’incontro tenuto nella sede regionale della Cna Abruzzo, dedicato al rapporto difficile che lega gli operatori del benessere (parrucchieri ed estetiste) con quelle donne che sono alle prese con la prova più difficile della loro vita: la malattia oncologica. “I colori della vita: l’estetica sociale”, questo il tema dell’incontro, tenuto nell’ambito della rassegna “Maggio formativo” di Ecipa Cna, che ha messo faccia a faccia i professionisti della bellezza con gli specialisti della lotta al dolore: come Carlo Garufi, direttore del reparto di Oncologia dell’ospedale di Pescara; Annarita Di Silvestri, psicologa oncologica; Giovina Zulli, presidente dell’associazione culturale “I colori della vita”.

Dal rapporto di collaborazione che è nato nelle stanze di via Cetteo Ciglia – erano presenti il direttore regionale della confederazione artigiana, Graziano Di Costanzo e il responsabile regionale di Cna Benessere e  Sanità, Renato Giancaterino – nei prossimi mesi prenderanno le mosse specifici momenti formativi riservati proprio agli operatori del benessere. Ma prima, come spiegato Garrufi, «è necessario capire che la malattia oncologica, a differenza delle altre, mette in discussione aspetti diversi: relazionali, sessuali, affettivi, estetici appunto, che occorre affrontare da una giusta prospettiva, non sempre facilitata da una cultura che tende a presentare la malattia oncologica come inguaribile. Dunque è necessario superare questo pregiudizio, trasferendo agli operatori del settore della cura della persona competenze e cognizioni essenziali, come ad esempio quelle legate alle conseguenze dei trattamenti farmacologici, in modo da poter prospettare a questa clientela così particolare le soluzioni più efficaci».

Ai professionisti della bellezza e del trattamento del corpo, dunque, può spettare un ruolo essenziale, ma anche in grado di produrre reddito, nel trattamento delle persone che soffrono: con un percorso di studi e di formazione specifico, possono davvero contribuire a migliorare la vita delle persone che soffrono. 

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