Massa Carrara, senza additivo si spengono i motori

Rischio paralisi per 2.000 autoveicoli con massa complessiva superiore a 35 q.li della provincia di Massa Carrara a causa della non reperibilità dell’AdBlue, componente essenziale per rendere meno inquinanti i veicoli euro 5 e 6 (tra cui anche le automobili), senza il quale la centralina non permette il funzionamento del motore. In due settimane il costo dell’Adblue è incrementato da 250 a 500 euro a tonnellata.

“Senza questo additivo, il mezzo è costretto a fermarsi  – spiega Massimo Ricci, presidente degli autotrasportatori CNA Fita – senza contare che senza un intervento immediato, presto non saremo più in grado di rifornire supermercati e negozi di vendita di ogni bene. La mancanza di AdBlue è un problema non da poco, visto che nelle ultime settimane la rete di distribuzione sembra essere totalmente sprovvista. Nella nostra provincia ci sono circa 2 mila mezzi pesanti che non potranno circolare senza l’additivo, quindi rischiamo un blocco forzato della categoria”.

Adblue è il nome commerciale di una soluzione in acqua demineralizzata di urea tecnica, un composto derivato dall’ammoniaca. Nei veicoli di nuova generazione serve ad abbattere le emissioni di ossidi di azoto, l’inquinante del diesel. Il problema nasce adesso perché nell’ultimo mese l’unico produttore italiano dell’additivo, un’azienda di Ravenna, ha deciso che il prodotto non era più commercializzabile a causa dell’aumento del prezzo del gas metano, combustibile indispensabile per sintetizzare gli elementi di cui è composto l’AdBlue. Anche altri produttori europei son stati costretti ad aumentarne il prezzo e ad abbassare la produzione, con la conseguente carenza del prodotto sul mercato. Le aziende di autotrasporto che hanno effettuato investimenti importati per rinnovare il proprio parco veicolare acquistando veicoli meno impattanti sotto il profilo ambientale grazie ad emissioni  meno inquinanti, saranno costretti a non poterli utilizzare.

CNA ha già avanzato, in una lettera firmata da tutte le sigle dell’autotrasporto,  una serie di richieste al Governo per far fronte al problema chiedendo “un credito d’imposta temporaneo per l’acquisto di gas naturale impiegato per usi industriali e per le imprese di trasporto in possesso di veicoli commerciali di categoria Euro 5 o superiore, che si trovano schiacciate sia dai rincari dell’energia all’ingrosso sia da quelli dei carburanti al dettaglio e sulle quali grava il peso della ripartenza dell’economia nella fase post-pandemica”.