Nasce il consorzio per tutelare e valorizzare l’identità dell’Olio delle Marche Igp.
Un comparto, quello dell’olio marchigiano molto apprezzato, soprattutto all’estero, in particolare in Usa, Giappone e Germania, con una produzione olearia, per il 2020, stimata in 35mila quintali di olio extravergine: un incremento del 30% rispetto all’anno scorso.
“L’ulteriore passo in avanti nel lungo percorso che ha portato l’olio marchigiano ad avere la sua denominazione di origine, lo ha fatto il Consorzio Marche Extravergine che si è trasformato in vero e proprio consorzio di tutela, il Consorzio Olio Marche Igp, aggiungendo al compito di valorizzazione dell’olio Made in Marche anche quello della vigilanza per la salvaguardia della denominazione in collaborazione con l’ispettorato centrale della Tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari. Maggiore tutela dai rischi di plagio e concorrenza sleale, quindi. Ora si dovrà concludere l’iter amministrativo, per il riconoscimento del Consorzio da parte del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali”, ha commentato la portavoce nazionale CNA Agroalimentare, Francesca Petrini.
Nel consiglio di amministrazione sono rappresentate tutte le categorie della filiera olivicola-olearia: olivicoltori, molitori, e imbottigliatori. Ne fanno parte Maria Beatrice Fenucci, Francesca Petrini, Lorenzo Mosci, Danilo Catucci, Fausto Malvolti, Valter Cestini e Gaetano Agostini.
Le varietà di olive che concorrono all’Indicazione geografica protetta “Marche” sono: Ascolana Tenera, Carboncella, Coroncina, Mignola, Orbetana, Piantone di Falerone, Piantone di Mogliano, Raggia/Raggiola, Rosciola dei Colli Esini, Sargano di Fermo, oltre a Frantoio e Leccino per un minimo dell’85%. Sono ammesse altre varietà fino a un massimo del 15%.
“In attesa dell’implementazione del Piano olivicolo nazionale, più volte annunciata, ma mai realmente applicata” ha dichiarato il neopresidente del Consorzio, Gaetano Agostini “il ruolo dei consorzi di tutela come il nostro, si traduce nel vantaggio di poter delineare un percorso e un modello di produzione trasparente ed affidabile intorno al valore “territorio”, capace di offrire opportunità all’interno del sistema sociale ed economico regionale.”