Si produce in fabbrica e il cantiere diventa il luogo dell’assemblaggio finale delle parti prodotte industrialmente. Va in questa direzione il mondo dell’edilizia più evoluta. “Off-site” è la parola chiave di chi guarda con interesse al digitale e all’industrializzazione, e di chi applica soluzioni ispirate all’automazione robotizzata e all’artigianato evoluto.

La rivoluzione in atto inciderà su efficienza e sostenibilità e richiede un cambio culturale che riguarda tutta la filiera, da chi fa il progetto a chi utilizzerà gli immobili. La parola d’ordine è innovazione. L’ibridazione dei processi produttivi tra fabbrica e cantiere ha impatti economici e sociali profondi: si abbassano i costi, cresce l’affidabilità nei tempi di consegna e negli standard produttivi, con ricadute su qualità, comfort e sicurezza. La sfida è promettente e per incidere sul mercato serve che politica, mercato e cultura stringano un patto come è avvenuto nel Regno Unito, dove si sono già fatti passi importanti sposando digitalizzazione e manifattura.

In Italia non mancano puntuali storie di successo, come quella promossa a Bolzano dall’IPES, l’istituto per l’edilizia sociale, che ha affidato al Laboratorio di architettura architetti associati di Reggio Emilia il progetto di retrofit urbano di cinque blocchi con una quarantina di alloggi in via Palermo. «Il progetto – spiega l’architetto Andrea Rinaldi – è pensato come un intervento interamente dall’esterno, per step successivi, reversibile nel tempo, adatto per scegliere gli ambiti di intervento e innovativo perché consente di sperimentare nuove metodologie, anche per parti». Nell’ambito del progetto europeo Sinfonia si riqualifica un edificio degli anni ’60 con un approccio di assemblaggio che potrebbe fare scuola, spingendo verso una nuova cultura italiana per la trasformazione dell’ingente patrimonio abitativo.

Industrializzazione per il recupero, ma anche per le nuove costruzioni. Sul lago di Garda infatti, a Bardolino, il campeggio Continental ha riaperto a Pasqua sostituendo i 19 bungalow esistenti con altrettanti, più belli e performanti, progettati dallo studio Ardielli Associati. Nuova immagine in linea con la domanda turistica, in soli 6 mesi, per non perdere un giorno della nuova stagione. Progetto in Classe A con una tipologia costruttiva mista in legno e calcestruzzo realizzata dai bresciani del Gruppo Nulli con Wood Beton. Ancora, ha sede a Pergine Valsugana, in provincia di Trento, il gruppo Ergodomus fondato una decina d’anni fa da Franco Piva, e che negli ultimi anni è stato particolarmente impegnato nella ricostruzione post sisma in Emilia. Il team offre servizi per i progettisti e i general contractor e adotta il Bim in modo ordinario. Tra i cantieri aperti oggi c’è quello per il Polo dell’innovazione dell’Università di Parma: un edificio multipiano, interamente in legno, che ospiterà 30-35 aziende impegnate nella ricerca sui temi del trasferimento tecnologico.

(fonte: Edilizia & Territorio)