Oggi Commissione e Consiglio hanno riferito al Parlamento Europeo a Strasburgo sulla questione del MES Cina. La Commissione Europea ha elaborato in marzo una nota informativa con la quale illustra le possibili linee di azione che sono al momento al vaglio dell’esecutivo comunitario, con l’obiettivo di prendere una decisione entro la prossima estate. Riconoscere lo status di economia di mercato alla Cina avrebbe conseguenze insostenibili per l’Unione Europea. Questa la posizione della Commissione sostenuta dal commissario Andriukaitis alla seduta plenaria del Parlamento Europeo, che ha evidenziato come i costi in termini di perdita di posti di lavoro sarebbero altissimi e l’UE non sarebbe in grado di reagire alle distorsioni del mercato cinesi. La Commissione ha poi sottolineato che l’UE continuerà ad avere un forte sistema di difesa commerciale e rivedrà il meccanismo di difesa anti-dumping.
Il Parlamento, il cui parere è stato unanime in tutte le sue componenti politiche, ha voluto dare un messaggio forte: a queste condizioni non si può riconoscere lo status di economia di mercato alla Cina. Sussistono infatti ancora troppi problemi legati ad ambiente, dumping e costo del lavoro che penalizzerebbero in maniera irreparabile le imprese europee. Dal PPE ai socialisti emerge una posizione chiara e compatta: nonostante i progressi fatti la Cina oggi non è un’economia di mercato a causa del dumping ambientale e sociale e l’invasione sleale delle produzioni cinesi nel nostro mercato metterebbe in crisi la nostra industria.
Anche gli altri gruppi parlamentari hanno sottolineato i rischi di un riconoscimento all’economia cinese soffermandosi sulla perdita dei posti di lavoro che ne scaturirebbe e sul mancato rispetto dei parametri stabiliti dall’Organizzazione Mondiale del Commercio. Tra questi parametri il problema legato al dumping è quello che maggiormente preoccupa l’Europa. A dicembre 2016, infatti, alcune disposizioni del Protocollo di adesione all’OMC di Pechino scadranno e il possibile impatto che la scadenza di tali disposizioni avrebbe sulla legislazione antidumping dell’Ue preoccupa le istituzioni comunitarie.
Giovedì 12 maggio 2016 alle ore 12 è previsto il voto in plenaria al Parlamento Europeo.