Parte il quantitative easing: da oggi Francoforte, per rilanciare la crescita, inizia una maxi iniezione di liquidità nell’eurozona rastrellando titoli, in gran parte di Stato, ad un ritmo di 60 miliardi di euro al mese. L’intenzione è di continuare almeno fino alla fine di settembre 2016 o comunque fino a quando l’inflazione invertirà la rotta e si riavvicinerà all’obiettivo del 2%.
La potenza di fuoco messa in campo da Mario Draghi per raggiungere l’obiettivo è impressionante: un potenziale di 1.140 miliardi di euro distribuiti in proporzione alla quote di capitale che ciascuno Stato, attraverso le proprie Banche centrali, ha sottoscritto e precedentemente versato alla BCE. L’Italia detenendo oltre il 12% del capitale della Banca Centrale Europea potrebbe dunque arrivare a ricevere dal Quantitative easing fino a 140 miliardi di euro. Considerando i possibili 18 mesi di attività fino al raggiungimento di una soglia di inflazione adeguata, intorno al 2%, il nostro paese potrebbe arrivare a godere di un’iniezione di risorsa potenziale di 7 miliardi di euro circa al mese (stima CNA), il grosso costituito da titoli di debito pubblico, e rigorosamente sul solo mercato secondario per non violare il divieto di finanziamento monetario. Sarà possibile acquistare anche bond sovrani con rendimento negativo, ma non al di sotto del tasso Bce sui depositi che al momento e’ pari a -0,20%. I mercati sembrano galvanizzati nonostante il pericolo greco.