Filati di alpaca dal Perù e bottoni, ricami e bordure italiani. Si potrebbe sintetizzare così il sostegno delle aziende del settore, impegnate con Cna nella missione che si è conclusa oggi in Perù. La delegazione Cna è composta dal responsabile Ufficio Promozione e Mercato Internazionale CNA Nazionale, Antonio Franceschini, dal Presidente Nazionale CNA Agroalimentare, Mirco Della Vecchia e dall’esperto di tendenze moda Roberto Corbelli, componete del Consiglio Nazionale CNA Federmoda e Presidente del Consorzio Moda in Italy. La missione si è conclusa oggi e ha fatto tappa a Cusco, Quillabamba e Lima. Sostegno alla promozione internazionale dei filati di alpaca e pima peruviani e valorizzazione dei contenuti creativi delle collezioni moda delle aziende campesine, anche attraverso la collaborazione con imprenditori italiani nel campo della componentistica: dai bottoni ai ricami, passamanerie, bordure, etichette e così via. Sono queste alcune delle linee tracciate nel corso degli incontri della delegazione italiana, guidata da Cna Federmoda.

Insomma, le collezioni di abbigliamento delle aziende peruviane possono essere valorizzate nella componente di creatività e di contenuto moda grazie a una connessione con la filiera italiana.

Oltre al tessile, la missione si è concentrata poi sulle aziende del cioccolato e del food: le imprese italiane, in questo settore, sono sempre più chiamate a una grande attenzione ai temi della tracciabilità e della responsabilità sociale.

Prendiamo i filati di alpaca e pima peruviani, un prodotto di qualità con interessanti opportunità sui mercati internazionali. Tra le strade individuate, l’idea di coinvolgere i futuri addetti in attività di presentazione e promozione dei filati attraverso le scuole italiane e con il Concorso Nazionale Professione Moda Giovani Stilisti – RMI (Ricerca Moda Innovazione) promosso e organizzato da Cna Federmoda. Tra le ipotesi allo studio per l’edizione 2018 del Concorso, c’è quella di creare per la sezione maglieria un focus specifico dedicato ai filati peruviani, una borsa di studio con stage per il vincitore della sezione e, per i finalisti del concorso, un workshop specifico. Cna si è impegnata in questo senso a diffondere l’iniziativa presso le scuole italiane del settore e verso i media.

Sul fronte del cacao, nel corso degli incontri è emerso che le imprese italiane del cioccolato e del food necessitano di approvvigionamento tracciabile  diretto e della materia prima. In un quadro di mercato fluttuante, è necessario rinforzare i rapporti commerciali. Per raggiungere la qualità che permetta alle imprese italiane di primeggiare sui mercati serve poi aiutare i fornitori di materia prima, come le cooperative campesine, a sviluppare protocolli di qualità anche attraverso relazioni con università. Per portare avanti questi step, la missione ha definito alcune priorità. La prima è la definizione degli standard attraverso una mappatura del cacao peruviano; la seconda è il supporto di know how e tecnologico per  favorire il raggiungimento degli standard quali quantitativi da parte dei fornitori peruviani, anche attraverso

azioni specifiche in agricoltura. E poi ci sono le procedure e i protocolli di qualità con azioni di monitoraggio. Infine l’attenzione è stata posta sulla necessità di sviluppare una rete di aziende interessate all’acquisto di un prodotto cacao migliorato e di approccio commerciale “win win”.