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Addio al codice identificativo personale usato da milioni di italiani per accedere al portale INPS. Dal primo ottobre, infatti, servirà lo SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale che permetterà di accedere a tutti servizi on-line della Pubblica Amministrazione in sicurezza e con maggiore privacy. Lo SPID, infatti, è una vera e propria identità digitale unica ed è stato già attivato, ad oggi, da 10 milioni di italiani.

Per favorire il passaggio di 27 milioni di PIN attivi allo SPID e per accompagnare alla sua creazione i cittadini meno avvezzi al digitale o i pensionati, però, saranno fondamentali i Patronati. Lo ha detto il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico nel corso della conferenza stampa di questa mattina dal titolo “Il welfare con una nuova identità digitale”, alla presenza della Ministra del Lavoro e Politiche Sociali Nunzia Catalfo (in collegamento) e della Ministra per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione Paola Pisano.

“Il passaggio da PIN a SPID e la sua attivazione da parte di milioni di italiani sarà un contributo fondamentale alla digitazione del Paese – ha detto Tridico – ma nel portare a termine questa operazione siamo intenzionati, come nostro costume, a non lasciare indietro nessuno: le persone più fragili o in difficoltà, i pensionati, gli anziani o coloro che non hanno dimestichezza con il digitale, saranno accompagnate. Lo faremo grazie coinvolgimento dei Patronati e con una campagna di comunicazione mirata”.  “Nel periodo del Covid – ha aggiunto Tridico – ben 14 milioni di prestazioni in 5 mesi sono state intermediate da Patronati, Caf e consulenti”. Anche la Ministra Nunzia Catalfo ha parlato di un importantissimo strumento unico di accesso ai servizi della P.A. e ricordato che anche il Ministero del Lavoro passerà allo SPID dal 15 novembre prossimo. “Con l’identità digitale nei servizi pubblici – ha concluso la Ministra Paola Pisano – i cittadini non devono più portare pezzi di carta da un ufficio all’altro, ma potranno dimostrare da remoto chi sono. Per questo lo SPID è importante: fornisce credenziali uniche, identifica ognuno in modo certo e univoco nel mondo digitale e semplifica il lavoro alla P.A. aumentando il grado di sicurezza e diminuendo i costi”.

Cosa succede dal primo ottobre

Per gli attuali possessori di PIN il passaggio allo SPID avverrà gradualmente secondo le istruzioni fornite con la circolare Inps del 17 luglio 2020, numero 87, che prevede una  fase transitoria che si concluderà con la definitiva cessazione della validità dei PIN rilasciati dall’Istituto. Per tutti coloro che non hanno PIN e vogliono crearsi una identità digitale unica, lo Spid appunto, è possibile fare richiesta ai gestori di identità digitale ossi a gli “Identity Provider”. Essi sono aziende private accreditate da AgID (l’Agenzia del Governo per l’Italia digitale), che forniscono le identità digitali e gestiscono l’autenticazione degli utenti. I soggetti autorizzati sono: Aruba, Infocert, Intesa, Namirial, Poste, Register, Sielte, Tim o Lepida.

Il commento del Patronato Epasa – Itaco

“Con l’adozione di SPID come metodo di accesso ai servizi della pubblica amministrazione si compie un importante passo in avanti in termini di digitalizzazione e di semplificazione delle procedure d’accesso ai servizi della PA per i cittadini – commenta Valter Marani, direttore generale patronato Epasa-Itaco Cittadini e Imprese – ricordiamo che per ottenere l’identità digitale (SPID) ci si deve rivolgere ai fornitori certificati, i soli autorizzati a svolgere tale operazione. Il Patronato Epasa-Itaco è a disposizione per fornire le informazioni necessarie per entrare in possesso di questa nuova chiave d’accesso e, come sempre, ad assistere coloro i quali non avessero ancora l’identità digitale o non vorranno o non potranno ottenerla”.