L’Accademia di Avignone delle PMI europee, in collaborazione con il Comitato economico e sociale, promuove un tavolo di lavoro con rappresentanti delle organizzazioni europee e nazionali delle PMI provenienti da Italia, Germania, Austria, Spagna, Grecia, organizzazioni della società civile e partner sociali dell’UE, fondazioni e organizzazioni nazionali e autorità regionali. La riunione sarà aperta dal Presidente del Comitato economico e sociale europeo, Georges Dassis, seguita da un discorso inaugurale del Presidente dell’Accademia delle PMI Avignon Panagiotis Gkofas e del vicepresidente CNA, Giuseppe Oliviero.

Obiettivo principale della tavola rotonda con le istituzioni europee e internazionali è quello di sensibilizzare e rafforzare le collaborazioni tra i partner sociali, la società civile, le reti di ricerca accademiche e di ricerca su questo specifico tema. Attraverso il dialogo interattivo tra i partecipanti, saranno trattati diversi temi e pratiche sul fenomeno migratorio e le implicazioni per le PMI: partenariati/piattaforme, programmi pilota, misure per il contrasto dell’economia informale, studi specifici per settore e relazioni in vista di una più completa informazione dell’osservatorio dell’UE sull’imprenditorialità, la migrazione e le risposte delle politiche di rifugiati interconnesse.

Una panoramica dei dati e delle tendenze commerciali e sociali disponibili verranno resi noti dal rapporto CNA-IDOS 2016 in relazione a: ostacoli emergenti e possibili soluzioni specifiche per l’imprenditoria migrante, le capacità e le competenze richieste dagli specifici settori dell’economia.

L’Accademia delle PMI Avignone è stata fondata da UEAPME e due delle sue organizzazioni associate (CNA e GSEVEE) per agire come un “think tank” e una rete scientifica volta a sostenere politiche utili alle PMI in collaborazione con fondazioni e attori pubblici e privati. Tra le tematiche oggetto dell’attività di accademia di formazione e ricerca rientrano l’impatto del commercio e gli standard internazionali, i modelli di consumo e le catene di valore a livello globale, la digitalizzazione e l’innovazione, i mutamenti demografici e la sostenibilità, la regolamentazione intelligente e le problematiche del dumping sociale.

Negli ultimi decenni gli immigrati si sono rivelati una forza trainante per l’imprenditoria europea. Hanno avviato un numero crescente di imprese (a tassi ancora più elevati rispetto ai nativi) e hanno dato origine a nuovi settori stimolando la domanda.

Anche durante l’attuale recessione economica in Europa, gli imprenditori immigrati hanno continuato a creare nuove imprese e posti di lavoro – sia nei periodi favorevoli sia quelli più problematici – diventando quindi un fattore di stabilità.

Nel 2015 gli imprenditori immigrati nell’UE-28 sono stati 2.085.300, con un aumento medio del 52,6% nel corso di 10 anni (più di 700.000 in numero assoluto) e rappresentano il 6.3% del totale di 32.931.100 lavoratori autonomi nell’UE -28. Sono divisi in 1.099.900 UE e 985.400 cittadini non comunitari,

In Italia le imprese di proprietà degli immigrati sono diventate un fenomeno sociale diffuso dal 1998 e al 31 dicembre 2015, secondo Unioncamere, erano registrate ufficialmente 6.057.647 imprese e il 9,1% di loro (550.717) erano imprese di proprietà immigrate.

Questo importante fattore di imprenditorialità potrebbe rappresentare un ponte di unione tra l’Italia o l’Europa e i Paesi d’origine degli immigrati, grazie anche alle rimesse (che contribuiscono al benessere delle loro famiglie) e alla creazione di imprese nei Paesi di origine.

Una terza opportunità è che i Paesi di origine possono diventare, come spesso avviene, il mercato dei beni e dei servizi dell’UE, il cui commercio internazionale è favorito da imprenditori stranieri attivi in Europa.

 

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