ISTAT, PREZZI AL CONSUMO +3% PER GLI ALIMENTARI NON LAVORATI. VEGETALI FRESCHI +12,5%

Il rialzo congiunturale dei prezzi degli Alimentari non lavorati è dovuto in primo luogo agli aumenti dei prezzi dei Vegetali freschi (+12,5%) che segnano, su base annua, un’accelerazione della crescita particolarmente marcata (+37,2%, era +20,4% a gennaio), su cui incide il confronto con febbraio 2016 mese in cui i prezzi dei Vegetali freschi, invece, erano in calo (-1,3%); sono in aumento su base mensile anche i prezzi della Frutta fresca (+2,2%) con una crescita tendenziale che si amplia di 2,3 punti percentuali (+9,6%, era +7,3% il mese precedente).

Per gli Alimentari lavorati si segnalano gli aumenti su base mensile dello 0,4% dell’Olio di oliva (+0,4% anche su base annua) e del Caffè (variazione nulla rispetto a febbraio 2016).

 

Nel mese di febbraio 2017, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,6% nei confronti di febbraio 2016 (la stima preliminare era +1,5%), da +1,0% di gennaio.

L’accelerazione dell’inflazione a febbraio 2017, è da ascrivere principalmente all’accelerazione della crescita dei prezzi delle componenti maggiormente volatili, ossia gli Alimentari non lavorati (+8,8%, era +5,3% a gennaio) e i Beni energetici non regolamentati (+12,1%, da +9,0% del mese precedente) alla quale si sommano la dinamica dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,4%, in accelerazione dal +1,0% di gennaio) e l’attenuazione della flessione di quelli dei Beni energetici regolamentati (-1,6%, dal -2,8% del mese precedente).

Di conseguenza, l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sale di appena un decimo di punto (+0,6%, da +0,5% del mese precedente) mentre quella al netto dei soli Beni energetici si porta a +1,3%, da +0,8% di gennaio.

L’aumento congiunturale dell’indice generale dei prezzi al consumo è principalmente dovuto ai rialzi dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+3,0%), dei Beni energetici regolamentati e non (rispettivamente +1,1% e +0,5%) e dei Servizi relativi ai trasporti (+1,0%).

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dell’1,1% su base mensile e del 3,1% su base annua (era +1,9% a gennaio).

Le divisioni di spesa

Nel mese di febbraio 2017 i maggiori aumenti congiunturali dei prezzi si registrano per le divisioni di spesa Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,4%) e Trasporti (+0,7%). Rialzi congiunturali più contenuti si riscontrano per i prezzi di Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,5%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,3%), Altri beni e servizi (+0,2%), Servizi ricettivi e di ristorazione, Servizi sanitari e spese per la salute e Comunicazioni (+0,1% per tutte e tre le divisioni di spesa). Sono in diminuzione solo i prezzi di Abbigliamento e calzature (-0,1%). I prezzi delle rimanenti divisioni non variano rispetto a gennaio 2017.

 

 

Le tipologie di prodotto

 

 

Tra i beni, i prezzi degli Alimentari (incluse le bevande alcoliche) aumentano dell’1,4% su base mensile e fanno registrare un’accelerazione della crescita su base annua (+3,6%, era +2,1% a gennaio). La dinamica dei prezzi dei Beni alimentari è imputabile principalmente all’andamento dei prezzi dei prodotti non lavorati, che aumentano del 3,0% in termini congiunturali e registrano una sensibile accelerazione della crescita tendenziale (+8,8%, era +5,3% a gennaio). I prezzi dei prodotti lavorati crescono dello 0,1% su base mensile e registrano una lieve ripresa su base annua (+0,1%, la variazione era nulla il mese precedente).

 

 

Nella disaggregazione per tipologia di prodotto, i maggiori contributi positivi al tasso tendenziale dell’indice generale sono forniti dagli Alimentari non lavorati (per 0,613 punti percentuali) e dagli Energetici non regolamentati (per 0,485 punti percentuali); tra i contributi negativi, tutti di modesta entità, il più significativo è quello proveniente dai prezzi degli Energetici regolamentati (-0,082 punti percentuali).

 

All’interno delle principali tipologie e a un maggiore livello di dettaglio, per il mese di febbraio 2017 sono da segnalare le seguenti dinamiche di prezzo:

 

Beni alimentari – il rialzo congiunturale dei prezzi degli Alimentari non lavorati è dovuto in primo luogo agli aumenti dei prezzi dei Vegetali freschi (+12,5%) che segnano, su base annua, un’accelerazione della crescita particolarmente marcata (+37,2%, era +20,4% a gennaio), su cui incide il confronto con febbraio 2016 mese in cui i prezzi dei Vegetali freschi, invece, erano in calo (-1,3%); sono in aumento su base mensile anche i prezzi della Frutta fresca (+2,2%) con una crescita tendenziale che si amplia di 2,3 punti percentuali (+9,6%, era +7,3% il mese precedente). Per gli Alimentari lavorati si segnalano gli aumenti su base mensile dello 0,4% dell’Olio di oliva (+0,4% anche su base annua) e del Caffè (variazione nulla rispetto a febbraio 2016).

 

 

I prodotti per frequenza di acquisto

 

A febbraio 2017, i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza aumentano dello 0,7% su base mensile – per effetto principalmente dei rialzi dei prezzi dei vegetali freschi, della benzina e del gasolio per mezzi di trasporto – e del 3,2% su base annua (era +2,2% il mese precedente).

 

 

 

I dati del territorio

 

A febbraio 2017, in tutte le ripartizioni geografiche, i prezzi fanno registrare tassi tendenziali positivi, in accelerazione rispetto al dato registrato a gennaio, riflettendo un andamento diffuso in tutte le 19 regioni per le quali viene calcolata l’inflazione. Come a gennaio, è ancora il Sud (+1,8%, era +1,2% il mese precedente) che presenta l’aumento maggiore, seguito dal Nord-ovest (+1,6%) che segna l’accelerazione più ampia (era +0,9% a gennaio), dal Nord-est e dalle Isole (+1,5% per entrambe, il mese precedente erano, rispettivamente, +1,0% e +0,9%) e dal Centro (+1,4%), in cui la crescita si amplia di sei decimi di punto percentuale.

 

Nel Centro-nord, l’aumento maggiore si rileva, come a gennaio, in Trentino-Alto Adige (+2,2%, era +1,7% il mese precedente) dove la crescita sia amplia di cinque decimi di punto percentuale, seguito dalla Liguria e dal Friuli-Venezia Giulia (+1,7% per entrambe, erano, rispettivamente, +1,1% e +1,4% a gennaio); incrementi con valore uguale a quello registrato per l’indice generale nazionale (+1,6%) si presentano in Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto e Umbria; aumenti di poco più contenuti in Piemonte e Toscana (+1,5% per tutte e due le regioni), Marche e Lazio (+1,4% per entrambe) ed Emilia Romagna (+1,3%). Nel Mezzogiorno, come a gennaio, è la Puglia che fa registrare l’aumento maggiore (+2,1%, era +1,6% il mese precedente) seguita dall’Abruzzo e dalla Campania (+1,7% per entrambe le regioni), con l’Abruzzo che segna l’accelerazione di maggiore ampiezza (era +0,9% a gennaio), e dalla Calabria (+1,6%); aumenti di poco più contenuti si registrano in Basilicata (+1,5%), Sicilia (+1,4%) e Sardegna (+1,3%).

 

In tutti i capoluoghi delle regioni e delle province autonome per i quali sono calcolati gli indici, anche a febbraio si registrano aumenti su base annua, quasi tutti in accelerazione rispetto a quelli registrati il mese precedente. Trento e Bolzano (+2,2%, erano, rispettivamente +1,5% e +2,1% il  mese precedente) sono le città in cui i prezzi registrano gli incrementi più elevati. Seguono altre 8 città con variazioni tendenziali dei prezzi con valori maggiori o uguali a quello registrato per l’indice generale nazionale: Milano e Napoli registrano entrambe un aumento del 2,1% dal +1,4% di gennaio; Trieste, che segna un incremento dell’1,8% da +2,2% del mese precedente, è l’unica città in cui la crescita rallenta; Aosta e Potenza registrano una crescita pari a quella dell’indice generale nazionale (+1,6%), mentre otto città registrano tassi tendenziali inferiori, con Torino, Venezia, Firenze e Palermo che crescono dell’1,5%; l’incremento più contenuto ad Ancona (+1,1%, da +0,7% di gennaio).

 

Anche con riferimento ai comuni con più di 150.000 abitanti che non sono capoluoghi di regione, i prezzi sono in crescita su base annua, come a gennaio, in tutte le dieci città per cui sono calcolati gli indici generali, tutti in accelerazione rispetto al dato di gennaio: gli aumenti maggiori interessano Livorno (+2,2%, era +1,8%) e Padova (+1,9%, da +1,5%); quelli più contenuti Reggio nell’Emilia (+1,1%, era +0,4%) e Ravenna (+0,7%, da +0,4%).

 

Le divisioni di spesa

 

A febbraio 2017, si registrano ribassi congiunturale dei prezzi per le divisioni di spesa Abbigliamento e calzature (-4,4%, a causa degli ulteriori sconti praticati in questo mese nell’ambito dei saldi invernali) e in misura molto più contenuta, Mobili, articoli e servizi per la casa (-0,1%) (Prospetto 5). Tutte le altre divisioni di spesa presentano prezzi in aumento o stabili rispetto a gennaio. L’aumento congiunturale maggiore si registra per i prezzi dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,3%), seguito da quelli dei Trasporti (+0,7%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,5%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,4%) e Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,2%). Le altre divisioni di spesa mostrano prezzi stabili o variazioni su base mensile pari +0,1%.

 

In termini tendenziali nove divisioni presentano prezzi in aumento e tre in diminuzione. Tra quelle i cui prezzi sono in aumento, gli incrementi tendenziali più elevati interessano i prezzi dei Trasporti (+4,9%) e dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+3,9%), entrambi in accelerazione rispetto a gennaio (erano, rispettivamente, +3,2% e +2,4%), seguiti da quelli delle Bevande alcoliche e tabacchi (+1,9%) in crescita stabile rispetto al valore registrato il mese precedente; quelli più contenuti riguardano i prezzi di Abitazione, acqua, elettricità e combustibili e Ricreazione, spettacoli e cultura (entrambi +0,1%), che segnano un’inversione di tendenza rispetto al mese precedente (erano rispettivamente -0,4% e -0,2%). Tra le divisioni di spesa i cui prezzi sono in calo, le Comunicazioni (-2,4%, da -3,4%) registrano la diminuzione più marcata ma il ridimensionamento della flessione più ampio; seguono Istruzione (-0,9%), in lieve attenuazione rispetto al valore registrato il mese precedente (-1,0%), e Mobili, articoli e servizi per la casa (-0,2%) la cui flessione si attenua lievemente (era -0,1% a gennaio).