Le piccole e medie imprese con meno di 20 addetti sono il 98,3% del tessuto produttivo italiano, contribuiscono al 58% dell’occupazione ma sono destinatarie solo del 19,6% dei prestiti bancari alle aziende non finanziarie. Lo sottolinea Rete imprese Italia nel corso di un’audizione alle Commissioni riunite della Camera sul fattore di supporto delle piccole e medie imprese (Sme Supporting factor), un correttivo alle norme Basilea 3 per il credito alle aziende di minori dimensioni che rischia di non essere rinnovato dall’Eba, l’autorità bancaria europea.

Rete imprese ritiene di “assoluta necessità” mantenere lo Sme Supporting factor e condivide la posizione espressa dall’Abi, l’Associazione bancaria italiana, in risposta alla consultazione avviata dall’Eba. E’ convinta inoltre che “in Italia ci siano tutte le condizioni per un ulteriore rafforzamento” di questo strumento, “non generalizzato e di natura temporanea”, a favore delle pmi di minore dimensione.

Lo squilibrio tra il peso di queste aziende sul tessuto produttivo e la quota di credito che ricevono è “sproporzionato”, denuncia Rete imprese, e considerando che fonti legittime alternative al credito bancario sono “praticamente inesistenti”, “favorisce il diffondersi dell’usura”.

In allegato il documento presentato da Rete Imprese Italia in Audizione. 

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