Il disegno di legge sugli interventi urgenti in materia di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi e di protezione interviene su una delle criticità più evidenti del nostro Paese: l’esposizione a frequenti eventi calamitosi. Ad affermarlo a nome della CNA di fronte ai componenti della ottava commissione Senato è stato Mario Pagani.

Questa fragilità rischia di compromettere ampie aree, soprattutto del Centro Italia, e fatica a generare un approccio al tema responsabile e incisivo. Servirebbe, da un lato, una più risoluta attività di prevenzione rispetto alle evidenze di rischio, dall’altro un quadro regolamentare in grado di accompagnare con celerità gli interventi da promuovere in caso di calamità.

In merito a questo secondo aspetto, il fatto che ancora si intervenga sugli effetti di eventi accaduti ormai quasi quattordici anni fa, attesta inequivocabilmente l’esigenza che il Parlamento sia chiamato in tempi brevi ad esprimersi sulla Legge delega sul Codice delle ricostruzioni, approvato un anno fa dal Consiglio dei ministri.

Si tratta di un atto, accolto con favore da tutte le forze politiche, che potrebbe finalmente garantire un percorso meno accidentato nei processi di ricostruzione. L’esperienza maturata, in cui peraltro non sono mancate buone prassi, può metterci in condizione di superare un così frequente ricorso a decretazioni d’urgenza, rispetto alle quali si ha l’impressione di essere di fronte a un quadro regolatorio in perenne manutenzione.

Auspichiamo, altresì, che – ha spiegato Pagani –  in quell’ambito possa trovare spazio anche una riflessione in merito alle modalità con cui possano coniugarsi interventi mirati a garantire la ricostruzione con iniziative finalizzate a promuovere lo sviluppo dei territori coinvolti, nella consapevolezza che ricostruzione e sviluppo sono due direttrici che devono camminare insieme per garantire percorsi di ripresa per territori e comunità.

Rispetto al tema del sostegno allo sviluppo, segnaliamo l’esigenza di uno sforzo ulteriore atto a reperire le risorse necessarie a fornire una risposta positiva a tutti progetti pervenuti nell’ambito dell’iniziativa Next Appennino, che ha visto un riscontro davvero eccezionale del sistema delle imprese, pur in un periodo complesso, ai bandi a valere sulla macromisura B del Piano nazionale complementare.

Venendo al merito del decreto oggetto dell’audizione odierna, non possiamo che esprimerci positivamente rispetto alle disposizioni contenute nell’articolo 1 “Accelerazione e semplificazione della ricostruzione pubblica nelle aree colpite da eventi sismici del mese di aprile 2009 nella regione Abruzzo” auspicando possano effettivamente generare una accelerazione, vista la già citata dilatazione temporale degli interventi.

Si coglie positivamente anche l’estensione delle misure di semplificazione agli investimenti contenuti nei Contratti istituzionali di sviluppo, nonché il necessario allineamento delle procedure finanziarie previste per il Pnrr alle risorse del Fondo di sviluppo e coesione.

L’articolo 2, che disciplina i poteri sostitutivi e le nomina del Commissario straordinario del Governo per ricostruzione dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici del 2016, ci offre la possibilità di una riflessione in merito alla recente nomina del nuovo Commissario. L’auspicio è che venga perseguito il percorso intrapreso dal Commissario precedente, caratterizzato da una strettissima sinergia tra i diversi livelli istituzionali, che ha rappresentato un oggettivo cambio di passo nel processo di ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici del 2016.

In relazione all’alluvione nelle Marche del 2022, oggetto delle disposizioni di cui all’articolo 5, oltre alle risorse finanziarie messe a disposizione per fronteggiare i rischi e quindi la messa in sicurezza di un territorio, segnaliamo l’esigenza di operare con celerità d’azione negli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, posto il rischio corso ancora in questi giorni, e nella gestione dei ristori per i danni causati dall’alluvione.

La viabilità è stata messa a dura prova, a esempio sono decine i ponti inagibili, mentre famiglie e imprese vivono con preoccupazione tanto la sensazione di insicurezza quanto i ritardi di liquidazione dei ristori per i danni subiti, con il rischio, di conseguenza, che si crei un clima di sfiducia.

Le frequenti allerta meteo, e i ritardi nella messa in sicurezza dei fiumi in particolare, concorrono a suscitare una percezione di insicurezza, generando una scarsa propensione degli imprenditori all’investimento o addirittura, da parte loro, l’ipotesi di uno spostamento della propria attività produttiva dove la sicurezza del territorio viene percepita in maniera diversa.