È stato prorogato fino al 31 dicembre 2023 il regime sperimentale italiano sull’indicazione in etichetta della provenienza della materia prima per pasta, riso, pomodoro, carni suine trasformate, latte e prodotti lattiero-caseari. Il Ministri dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e della Salute Orazio Schillaci, hanno firmato il decreto interministeriale .”

DECRETO PROROGA ORIGINE ALIMENTI

Precedentemente la proroga al 31/12/2022 era stata ottenuta con un decreto pubblicato a febbraio 2022, di cui riportiamo qui sotto gli estremi.

  MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

DECRETO 28 dicembre 2021

Proroga della etichettatura di origine obbligatoria. (22A00804) (GU Serie Generale n.32 del 08-02-2022)

 Indicazione dell’origine in etichetta. Prorogati i decreti nazionali al 31 Dicembre 2022

Nuova proroga relativa all’indicazione dell’origine degli alimenti in etichetta per riso, grano duro per la pasta di semola di grano duro, pasta, pomodoro, sughi, latte (compresi i prodotti lattiero-caseari) e carni.
I Decreti interessati sono:

  •  due decreti ministeriali 26 luglio 2017 per riso e pasta;
  •  decreto ministeriale 16 novembre 2017 per il pomodoro;
  •  decreto ministeriale 6 agosto 2020 per le carni suine;
  •  decreto ministeriale 9 dicembre 2016 per latte e prodotti caseari.

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
DECRETO 26 luglio 2017 

Indicazione dell’origine in etichetta del riso.

Entrano così in vigore i provvedimenti che introducono la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, nel solco della norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari. I decreti prevedono, a partire dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, una fase di 180 giorni per l’adeguamento delle aziende al nuovo sistema e lo smaltimento delle etichette e confezioni già prodotte. Quindi l’obbligo definitivo scatterà il 16 febbraio per il riso.

Per CNA Agroalimentare la valorizzazione del made in Italy è di fondamentale importanza, ma la modifica unilaterale di un regolamento europeo pone le imprese del settore nella doppia condizione di rispettare il regolamento europeo 1169/2011 e il provvedimento nazionale, dovendo quindi procedere alla modifica delle etichette e con costi aggiuntivi.

Per cui sarebbe necessario che l’obbligo scattasse dopo 12 mesi.