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La transizione energetica è fondamentale per combattere i cambiamenti climatici, ma l’obiettivo della sostenibilità non può prescindere dai valori di equità e giustizia. E’ quanto scrive Sergio Silvestrini, segretario generale della CNA, in un editoriale su Il Foglio affrontando il tema della riduzione delle emissioni e i crescenti costi dell’energia elettrica. “Due sono le direttrici principali: attenuare l’impatto sociale dei costi della transizione, che proprio in questi giorni si traduce nei rincari, e disegnare strumenti specifici per accompagnare la platea delle Pmi italiane nella riconversione sostenibile dei propri processi produttivi, consolidando la leadership italiane nelle fonti rinnovabili”.

Per il segretario generale della CNA “le ragioni che spingono i prezzi dell’energia dovrebbero rafforzare i due pilastri dell’azione per combattere i cambiamenti climatici dell’Unione Europa: confermare l’ambiziosa agenda e il timing degli obiettivi per la decarbonizzazione e rendere centrale la questione della transizione giusta ed equa. Sarebbe paradossale se la lotta ai cambiamenti climatici alimentasse un aumento delle disuguaglianze, tanto più dopo ciò che ha causato la pandemia”.

Silvestrini sottolinea che le PMI nella manifattura e nelle costruzioni occupano l’87% degli addetti e realizzano un fatturato di 661 miliardi, a fronte però del 15% dei consumi finali di energia sul totale nazionale. Proprio quest’ultimo dato è significativo nella scelta di artigiani e piccole imprese verso investimenti green, pur in assenza di strumenti specifici di sostegno. Infatti soltanto una impresa su quattro di quelle che ha realizzato interventi green ha potuto beneficiare di incentivi o agevolazioni per l’efficienza energetica e le rinnovabili. Da tempo il costo della bolletta energetica è tra i principali svantaggi competitivi delle nostre piccole imprese. Al netto dell’Iva il costo è quattro volte superiore a quello di una grande impresa e il 33,5% in più rispetto alla media europea come emerge dall’Osservatorio annuale realizzato da CNA. Un intervento strutturale di revisione della fiscalità non è più rinviabile. Non si possono ridurre le emissioni premiando gli energivori e le fonti fossili. Allo stesso tempo, vanno individuate misure di sostegno specifiche ed idonee per le PMI in grado di spingerne gli investimenti. Senza trascurare la necessità di semplificare le complessità burocratiche per la realizzazione degli interventi e per l’accesso agli incentivi. E’ tempo che la transizione energetica esca dai salotti accademici e dai convegni e diventi terreno di confronto tra la politica e le forze sociali calcolando costi e benefici.

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