Preso atto che dopo cinque giorni di blocco dei veicoli Euro 3 diesel e tre giorni di contestuale blocco degli Euro 4 diesel i livelli di micropolveri (PM10) nell’aria monitorati dall’Arpa a Torino continuano a rimanere fuori norma, occorre ripensare completamente i provvedimenti cosiddetti antismog in modo da non penalizzare inutilmente l’attività economica di migliaia di imprese artigiane e commerciali che per motivi di lavoro hanno bisogno di circolare liberamente.

Imprese di pulizia, idraulici, elettricisti, manutentori in genere di apparecchiature elettriche, elettroniche e informatiche a domicilio del cliente (pubblico e privato) sono i soggetti attualmente più danneggiati dal blocco che non può essere concepito ad oltranza così come previsto dalla delibera comunale che copre il periodo 20 febbraio-15 aprile.

Al Comune viene chiesto pertanto di convocare con urgenza il tavolo tecnico sulle misure antismog per concertare misure efficaci e sostenibili per il contrasto dell’inquinamento e predisporre in vista dell’autunno provvedimenti ragionati e non penalizzanti per le attività d’impresa.

In particolare, CNA Torino torna a chiedere, come già proposto nell’incontro con gli assessori Sacco e Giannuzzi del 10 febbraio scorso, di incrementare il lavaggio delle strade per asportare le micropolveri che precipitano al suolo ed impedirne il “risollevamento” in aria, di migliorare il monitoraggio del PM10 posizionando nuove centraline di rilevamento (non è possibile che in una città di 900 mila abitanti vi siano solo tre punti di controllo e che si assuma come dato sensibile il peggiore), di esentare con effetto immediato dal blocco della circolazione gli artigiani e i commercianti per motivi di lavoro anche se alla guida di veicoli Euro 3 ed Euro 4 (faccia fede in caso di controllo la presentazione a vista della visura camerale).

CNA Torino chiede inoltre che vengano forniti dati scientifici chiari sulle cause che concorrono alla formazione dei quantitativi di PM10 monitorati dall’Arpa e un parere ufficiale dei principali costruttori di automobili rispetto ai livelli di inquinanti emessi dai veicoli diesel Euro 5 ed Euro 6. Vi sono infatti vari istituti di ricerca e di analisi che attribuiscono la formazione del PM10 soprattutto al consumo dei freni, delle frizioni e dei penumatici di tutti i veicoli, indipendentemente dalla loro motorizzazione, e solo in parte alla combustione del gasolio che avviene peraltro anche in molte caldaie utilizzate per il riscaldamento di edifici.

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