Nei mesi di Maggio  e Giugno si sono tenuti due importanti Seminari, organizzati nell’ambito degli Studi Avanzati sul Modello contrattuale e sulla Bilateralità dell’Artigianato.

Il Seminario di Maggio, in particolare, si è svolto a Bruxelles, dove è stata prevista anche una visita guidata al Parlamento europeo e un dibattito con gli eurodeputati.

Si riporta di seguito il Saluto del Rappresentante Permanente Aggiunto, l’Ambasciatore Giovanni Pugliese.

 

 

 

Caro Presidente,

a fine giornata, che a giudicare dagli interventi che vedo sul programma e da quanto mi è stato riportato, sembra essere stata molto densa e produttiva, non voglio dilungarmi troppo ma intendo darvi il senso di quanto, qui in Europa, l’Italia sta facendo sul tema del rilancio della Dimensione sociale.

Come sapete, prima nell’ambito della consultazione sul Pilastro dei diritti Sociali, poi nei negoziati su diversi files legislativi, e più di recente a ridosso dell’adozione del Pacchetto Sociale , l’Italia ha fatto sentire forte la propria voce, con un position paper sul futuro dell’Europa sociale. Prima ancora, il 25 marzo, nella Dichiarazione di Roma, abbiamo insistito perché l’Europa Sociale restasse al centro delle riflessioni sul futuro dell’Europa.

Il progetto di integrazione europea è stato fin dall’inizio strettamente legato agli obiettivi di progresso e di prosperità. La dimensione sociale dell’Europa era in effetti ben presente nella mente dei Padri fondatori, perché l’impatto sociale dell’Unione europea era allo stesso tempo un obiettivo ed una leva del processo di integrazione. Durante i lunghi anni successivi alle crisi finanziarie globali del 2007-2008, le divergenze sociali tra e all’interno degli Stati membri sono aumentate.

Come ribadito dalla Dichiarazione di Roma, il mercato unico e l’integrazione economica devono avere come complemento un’Europa sociale che promuova la coesione e la convergenza, combattendo la disoccupazione e la marginalizzazione, assicurando diritti e pari opportunità.

Le politiche sociali non sono un’opzione, ma una delle basi di un’Unione europea funzionante e la dimensione sociale dell’Europa deve ricevere urgentemente un nuovo impulso, anche con l’obiettivo di aiutare a ricostruire un senso di appartenenza più forte, una più profonda identità europea.

Vi sono alcuni principi guida che dovrebbero ispirare il lavoro futuro. Ne menziono alcuni:

Equità sociale – E’ uno dei principi fondamentali della dimensione sociale dell’Europa. I diritti sociali dei lavoratori devono essere assicurati ed applicati in modo coerente in tutte le legislazioni e strumenti nell’UE.

Convergenza sociale – Dobbiamo migliorare i nostri sistemi nazionali di protezione, tenendo conto di diversi modelli e tradizioni, con percorsi diversi se necessario, ma assicurandoci di convergere verso un livello comune più elevato. Il principio della convergenza verso l’alto, la lotta contro il dumping sociale e fiscale e la necessità di superare le divergenze sociali tra gli Stati dell’UE dovrebbero guidare le opzioni per una maggiore convergenza nel settore sociale.

Politiche sociali come fattore di competitività e innovazione – Le disuguaglianze non sono solo un problema sociale ma anche economico. Limitando lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze e ostacolando la mobilità, esse hanno un impatto negativo sul potenziale di crescita. Il welfare non è solo un costo per il bilancio pubblico, ma può diventare, se concepito saggiamente, un fattore di spinta per la produttività, favorendo anche la stabilizzazione del ciclo economico.

Politiche macroeconomiche coerenti – L’attuazione delle politiche sociali, dell’integrazione e dell’occupazione dovrà essere combinata con un quadro macroeconomico coerente, volto a sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro.

Dialogo sociale – L’Italia ha invitato le istituzioni dell’UE e le parti sociali europee ad una riunione all’inizio delle celebrazioni del 60° anniversario del Trattato, volta a sottolineare l’importanza del dialogo sociale in ogni riflessione sui risultati dell’Unione finora raggiunti e sugli sviluppi futuri. La promozione di un corretto dialogo sociale a livello europeo e nazionale è fondamentale per migliorare il processo decisionale.

Con l’attivo coinvolgimento delle parti sociali e un dialogo sociale rafforzato, l’Unione europea ed i suoi Stati membri devono individuare politiche prioritarie volte a neutralizzare i rischi insiti nei cambiamenti cui stiamo assistendo, trasformandoli in opportunità di crescita, integrazione e sviluppo di sistemi sociali più maturi. L’innalzamento e l’aggiornamento costante delle competenze, di cui avete molto parlato oggi, gioca un ruolo centrale, in particolare nel settore digitale.

L’Italia sostiene l’attuazione di un ambizioso programma sociale dell’UE ed incoraggia la Commissione a interpretare pienamente il proprio ruolo indipendente, continuando a “pensare europeo” (thinking European) ed a lavorare per il futuro dell’Europa. In linea con la Risoluzione del Parlamento europeo su un Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, dobbiamo costruire un’Europa sociale in grado di offrire un impatto positivo sulla vita delle persone, sostenere i sistemi nazionali di welfare e le loro riforme, per rafforzare la coesione, la solidarietà e la convergenza, per ridurre la disuguaglianza, la povertà e l’esclusione sociale.

Dobbiamo garantire che tutti i cittadini europei godano pienamente dei propri diritti sociali, perché un’Europa sociale è un’Europa più forte.

Grazie

 

Il Seminario di giugno, invece, si è incentrato sul tema della corporate governance della bilateralità: con gli interventi del prof. Michele Faioli, della prof.ssa Maria Teresa Bianchi e della dott.ssa Damiana Mastantuono è stato possibile studiare le caratteristiche del bilancio e dei modelli organizzativi della bilateralità, la normativa sulla trasparenza, l’anticorruzione e il conflitto di interessi.

Anche in questa occasione, il Seminario è stato l’occasione per implementare conoscenze e competenze, registrando un grande interesse tra i partecipanti.

 

L’appuntamento conclusivo di questo ciclo di Seminari è previsto per i giorni 25 e 26 settembre, quando, con la partecipazione dei professori Luca Nogler, Riccardo Del Punta, Michele Faioli e Vincenzo Bavaro, ci interrogheremo sul futuro della bilateralità, tra contrattazione e legge.